giovedì 28 gennaio 2010

Programma del partito operaio comunista tedesco (1920)

Introduzione
La fondazione del partito operaio comunista tedesco ebbe luogo proprio nel vortice della rivoluzione e della controrivoluzione. Ma la data di nascita del nuovo partito non è la Pasqua 1920, quando si concluse organizzativamente l'unione dei "partiti di opposizione" che si erano trovati finora solo in vago contatto. La data di nascita della KAPD coincide temporaneamente con quella fase di sviluppo della KPD (Lega Spartachista), in cui una cricca dirigente irresponsabile, che poneva i propri interessi al di sopra di quelli della rivoluzione proletaria, incominciò ad imporre il suo personale punto di vista riguardo alla "morte" della rivoluzione tedesca alla maggioranza di partito che si era posta energicamente in posizione di difesa contro questa concezione personale e interessata; e che in base ad una siffatta concezione privata seppe trasformare la tattica del partito, rivoluzionaria fino ad allora, in una tattica riformistica. Questo atteggiamento proditorio di Levi, Posner & Co. giustifica ancora una volta la consapevolezza, che la rimozione radicale di ogni politica di tipo autoritario deve formare la premessa per la avanzata rapida della rivoluzione proletaria in Germania. Questa infatti è la radice dei contrasti che sono sorti tra noi e la Lega Spartachista, contrasti di tale profondità, che l'abisso che ci separa da essa è più grande del contrasto tra Levi, Pieck, Thalheimer, ecc. da una parte e Hilferding, Crispien, Stampfere e Legien dall'altra. Il pensiero di sollevare la volontà rivoluzionaria della massa quale fattore determinante nella impostazione tattica di una organizzazione veramente proletaria, è il leit-motiv della costruzione organizzativa del nostro partito. Esprimere in tutti i casi l'autonomia dei suoi membri è il principio basilare di un partito proletario che non è un partito in senso tradizionale.
Perciò è per noi naturale, che il programma di partito affidato con ciò alla nostra organizzazione, e la stesura scritta è avvenuta tramite la commissione programmatica incaricata di ciò dal Congresso del Partito, debba valere come progetto di programma, fino a che il prossimo Congresso ordinario del partito non si sarà dichiarato d'accordo con la presente formulazione. Del resto dovrebbe appena sussistere la possibilità di proposte di modificazione, qualora esse si dovessero estendere ai principi basilari e tattici del partito, poiché il programma nella sua versione attuale non fa altro che esprimere fedelmente, in un quadro più ampio, il contenuto della dichiarazione programmatica accettata all'unanimità dal Congresso del Partito. Eventuali modificazioni formali non potranno però nuocere allo spirito rivoluzionario, che il programma emana da ogni riga. Una luce inamovibile è per noi il riconoscimento marxista della necessità storica della dittatura del proletariato, irremovibile rimane la nostra volontà di condurre la lotta per il socialismo nello spirito della lotta di classe internazionale. Sotto questa insegna la vittoria della rivoluzione proletaria è certa.

Berlino, metà maggio 1920.
La commissione esecutiva
I.A.:
Erdmann - Friedrich - Stahl

Programma
La crisi economica mondiale sorta dalla Guerra Mondiale con le sue mostruose ripercussioni economiche e sociali, il cui quadro generale produce la costernante impressione di un unico campo di rovine di colossale estensione, non indica altro se non che il "crepuscolo degli dei" dell'ordinamento del mondo capitalistico-borghese è cominciato. Oggi non si tratta di una delle crisi economiche tipiche del modo di produzione capitalistico e ricorrenti in maniera periodica, ma è la crisi del capitalismo stesso quella che ora si annuncia quale miseria di massa all'interno dei più vasti strati sociali e quale segno premonitore per la società borghese, tra spasmodici sussulti di tutto l'organismo sociale, tra lo scontro più terribile dei contrasti sociali, di violenza ancora mai vista.
Sempre più chiaramente si mostra, che il contrasto crescente di giorno in giorno tra sfruttatori e sfruttati, che la contraddizione tra capitale e lavoro sempre più lampante anche agli strati finora indifferenti del proletariato, non può essere risolta all'interno del sistema economico capitalistico. Il capitalismo ha esperimentato il suo fiasco completo, si è confutato storicamente nella guerra di rapina imperialistica, ha creato un caos, la cui durata insopportabile pone il proletariato internazionale davanti all'alternativa storica di portata mondiale: ricaduta nella barbarie o costruzione di un mondo socialista.
Fra tutti i popoli della terra finora solo il proletariato russo è riuscito con una lotta eroica a superare vittoriosamente la sua classe capitalista e ad assumere da sè il potere politico. Con eroica resistenza esso ha respinto con successo l'attacco concentrato dell'esercito mercenario organizzato dal capitale internazionale e si pone ora di fronte al compito straordinariamente difficile di ricostruire su base socialista l'economia totalmente rovinata dalla Guerra Mondiale e dalla guerra civile che ne seguì, durata più di due anni.
Il destino della repubblica sovietica russa dipende dallo sviluppo della rivoluzione proletaria in Germania. Dopo la vittoria della rivoluzione tedesca ci sarà un blocco economico socialista, che, per mezzo del vicendevole scambio di prodotti industriali ed agricoli, sarà in grado di erigere un modo di produzione veramente socialista, senza essere più obbligati a concessioni economiche e dunque anche politiche verso il capitale mondiale. Se il proletariato tedesco non adempirà in brevissimo tempo al suo compito storico di portata mondiale, per anni, se non per decenni, verrà messa in discussione l'avanzata della rivoluzione mondiale. La Germania rappresenta infatti attualmente il punto cruciale della rivoluzione mondiale. Tra i paesi "vincitori" dell'Intesa la rivoluzione potrà incominciare solo, quando sarà spezzata via la grande barriera nell'Europa centrale. Naturalmente le premesse economiche per la rivoluzione proletaria in Germania sono incomparabilmente più favorevoli che nei paesi "vincitori" dell'Europa occidentale. L'economia tedesca completamente saccheggiata sotto il suggello della pace di Versailles ha mostrato un tal depauperamento, che porterà necessariamente in breve tempo alla soluzione violenta di una situazione catastrofica. A ciò si aggiunga che la pace proletaria di Versailles non solo pose in Germania dei vincoli estremamente pesanti per un sistema di produzione capitalistico e insopportabili per il proletariato: il suo aspetto più pericoloso sta nel fatto che tale pace mina le fondamenta economiche della futura economia socialista tedesca, e anche in questo senso mette dunque in forse lo sviluppo della rivoluzione mondiale. Per uscire da questo dilemma serve solo il rapido sviluppo della rivoluzione proletaria tedesca. La situazione economica e politica in Germania è oltremodo matura per lo scoppio della rivoluzione proletaria.
In questo stadio di sviluppo dello sviluppo storico, in cui il processo di disgregazione del capitalismo viene mascherato artificialmente solo attraverso lo scenario di apparenti posizioni di potenza, tutto dipende dall'aiutare il proletariato ad avere la consapevolezza, che occorre solo un energico intervento per fare efficace uso di quel potere, che in effetti esso già possiede.
In un tal periodo della lotta di classe rivoluzionaria, in cui è iniziata l'ultima fase della lotta tra capitale e lavoro ed è già in atto la vera e propria lotta decisiva, non ci può essere alcun compromesso col nemico mortale, bensì una lotta fino alla distruzione. In particolare è valido l'attacco a quelle istituzioni, tendenzialmente orientate al superamento dei contrasti di classe, che vanno cioè a finire in una sorta di associazione politica ed economica tra sfruttatori e sfruttati. Al momento, in cui esistono le condizioni oggettive per lo scoppio della rivoluzione proletaria, senza che la crisi permanente subisca un acuto inasprimento o poi, qualora ne subentri una catastrofica acutizzazione, che non sarà capita né utilizzata dal proletariato fino alle ultime conseguenze, devono esistere dei motivi di natura soggettiva che ostacolano, quali fattori di inibizione, l'avanzata veloce della rivoluzione. In altre parole: l'ideologia del proletariato si trova ancora in parte in balìa di elementi di rappresentazione borghese o piccolo borghese.
La psicologia del proletariato tedesco nella sua composizione attuale porta anche troppo chiaramente le tracce della secolare schiavitù militare e contemporaneamente anche i segni di una carente autocoscienza, come del resto si doveva necessariamente sviluppare quale conseguenza del cretinismo parlamentare del vecchio partito socialdemocratico e dell'USP da una parte e dell'assolutismo della burocrazia sindacale dall'altra. I momenti soggettivi hanno un ruolo decisivo nella rivoluzione tedesca. Il problema della rivoluzione tedesca è il problema dello sviluppo dell'autocoscienza del proletariato tedesco. Cosciente di questa situazione e della necessità di accelerare il ritmo di sviluppo della rivoluzione mondiale, e fedele allo spirito della III Internazionale, la KADP lotta per l'esigenza massimalista dell'eliminazione immediata della democrazia borghese e per la dittatura della classe operaia. Essa rifiuta nella concezione democratica il principio doppiamente assurdo e insostenibile nel periodo attuale, di voler accordare diritti politici alla classe capitalista sfruttatrice e di concederle il diritto di disporre in maniera esclusiva dei mezzi di produzione.
Conseguentemente alle sue intenzioni massimaliste, la KAPD si pronuncia anche per il rifiuto di tutti i metodi di lotta riformistici ed opportunistici, nei quali essa vede solo una deviazione da lotte serie e decisive contro la classe borghese. Essa non vuole evitare queste lotte, essa addirittura le provoca. In uno stato, che presenta tutti i segni del sopravvenuto periodo della caduta del capitalismo, anche la partecipazione al parlamentarismo appartiene ai metodi di lotta riformistici e opportunistici. Animare il proletariato in un tale periodo a partecipare ad elezioni parlamentari, significa risvegliare ed alimentare nel proletariato la pericolosa illusione che si possa superare la crisi con mezzi parlamentari, significa usare mezzi borghesi di lotta di classe in una situazione in cui possono avere un effetto decisivo solo mezzi proletari di lotta di classe impiegati decisamente e senza riguardi. La partecipazione al parlamentarismo borghese in mezzo all'avanzante rivoluzione proletaria significa infine nient'altro che il sabotaggio dell'idea dei consigli.
L'idea dei consigli sta, nel periodo della lotta proletaria per il potere politico, al centro dello sviluppo rivoluzionario. L'eco più o meno forte che di volta in volta l'idea dei soviet risveglia nella coscienza delle masse, è lo strumento di misura dello sviluppo della rivoluzione sociale. La lotta per il riconoscimento di consigli di fabbrica rivoluzionari e di consigli politici operai, nell'ambito di una certa situazione rivoluzionaria si trasforma logicamente in una lotta per la dittatura del proletariato contro la dittatura del capitalismo. Questa lotta rivoluzionaria, di cui il progetto consiliare forma la vera e propria asse politica, si orienta con necessità storica contro tutto l'ordinamento sociale borghese e di conseguenza contro la sua forma di espressione politica, cioè il parlamentarismo borghese.
Sistema dei consigli o parlamentarismo? Questo è il problema di importanza storica mondiale. Costruzione di un mondo comunista-proletario o tramonto nel fango dell'anarchia capitalistico-borghese?
In mezzo a una situazione in tutto e per tutto rivoluzionaria come attualmente in Germania, la partecipazione al parlamentarismo significa dunque non solo il sabotaggio dell'idea dei consigli, ma inoltre la galvanizzazione del mondo capitalista borghese in decomposizione e con ciò il ritardo più o meno voluto della rivoluzione proletaria.
Accanto al parlamentarismo borghese i sindacati rappresentano il principale baluardo contro il progresso della rivoluzione proletaria in Germania.
Il loro atteggiamento nella guerra mondiale è noto. Il loro influsso decisivo sulla presa di posizione tattica e di principio del vecchio partito social-democratico portò alla proclamazione della "tregua" con la borghesia tedesca, la qual cosa fu sinonimo di dichiarazione di guerra al proletariato internazionale. Il loro effetto socialmente proditorio trovò logica continuazione allo scoppio della rivoluzione di novembre in Germania, quando documentarono il loro modo di pensare controrivoluzionario con la stipulazione di una associazione di lavoro con la classe imprenditoriale tedesca che andava in rovina.
La loro tendenza controrivoluzionaria l'hanno conservata durante tutto il periodo della rivoluzione tedesca fino ad oggi. E' stata la burocrazia sindacale ad opporsi più fortemente all'idea dei consigli, che metteva radici sempre più profonde nella classe operaia tedesca e che si propose di paralizzare le tendenze politiche sorte conseguentemente dalle agitazioni economiche di massa con lo scopo della presa politica del potere da parte del proletariato. Il carattere controrivoluzionario delle organizzazioni sindacali è così palese, che in Germania numerosi imprenditori fanno dipendere l'assunzione di operai dalla loro appartenenza ad una associazione sindacale.
Con ciò è svelato a tutto il mondo, che la burocrazia sindacale partecipa attivamente alla conservazione artificiosa del sistema capitalistico che si sta sfasciando in ogni parte.
Con ciò i sindacati sono, accanto alle fondamenta borghesi, uno dei pilastri principali dello stato capitalista di classe. Che questa struttura controrivoluzionaria non possa essere trasformata dall'interno in senso rivoluzionario, è dimostrato ampiamente dalla storia del sindacato dell'ultimo anno e mezzo. Il rivoluzionamento dei sindacati non è un problema personale. Il carattere controrivoluzionario di queste organizzazioni sta nella loro struttura peculiare e nel loro stesso sistema. Da questa consapevolezza sorge la logica conseguenza, che soltanto la distruzione stessa dei sindacati sgombra il campo anche al progresso della rivoluzione sociale in Germania. Per la costruzione socialista è necessario ben altro che queste organizzazioni fossili.
Dalla lotta di massa è sorta l'organizzazione di fabbrica; non nuova, nel senso che essa emerge come qualcosa che non sia neppure similmente esistito, ma nuova nel senso che durante la rivoluzione emerge dappertutto come un'arma necessaria della lotta di classe contro il vecchio spirito e contro il fondamento che sta alla sua base. Essa è conforme all'idea dei consigli perciò non è affatto una pura forma od un nuovo gioco organizzativo, oppure un artistico prodigio, bensì è il mezzo espressivo che cresce organicamente nel futuro e che forma il futuro per la rivoluzione di una società che tende alla società senza classi. Essa è una organizzazione di lotta puramente proletaria. Non disperso dalla professione, lontana dal suo campo di battaglia, il proletariato può essere organizzato per il crollo totale della vecchia società; ma questo deve avvenire all'interno della fabbrica. Qui ognuno sta accanto all'altro come compagni di classe, qui ognuno deve stare con gli stessi diritti, qui la massa sta come motore della produzione e spinge ininterrottamente per comprendere e dirigere autonomamente, qui, la lotta ideale, il rivoluzionamento della coscienza passa da uomo a uomo, da massa a massa in un attacco incessante.
Tutto è diretto al più elevato interesse della classe, non alla mania di associazione, l'interesse professionale è limitato alla minima misura.
Una simile organizzazione, spina dorsale dei consigli di fabbrica, diventa uno strumento di lotta di classe continuamente trasformabile, un organismo che ribolle sempre di nuova vita per mezzo di rielezioni e revoche sempre possibili. Crescendo dentro e con le agitazioni di massa, la organizzazione di fabbrica si dovrà procurare naturalmente quella sintesi centrale che corrisponda al suo processo rivoluzionario. La sua preoccupazione principale sarà il progresso rivoluzionario e non programmi, statuti e piani dettagliati. Essa non è una cassa di mutuo soccorso o una assicurazione sulla vita, anche se naturalmente non ha paura di raccogliere fondi per qualche eventuale sovvenzione di sciopero. Continua propaganda per il socialismo, riunioni di fabbrica, discussioni politiche, ecc., si contano tra i suoi compiti; in breve, la rivoluzione nella fabbrica.
Lo scopo dell'organizzazione di fabbrica è, in generale, doppio.
Il primo è rivolto alla distruzione dei sindacati, del loro substrato generale e di tutta l'ideologia non proletaria concentrata in essi. Non esiste alcun dubbio che in questa lotta l'organizzazione di fabbrica cozzerà contro tutte le strutture borghesi come avversario accanito, ma anche contro tutti gli aderenti alla USP e alla KP, che o si muovono ancora inconsapevolmente nella scia della vecchia SP (anche se hanno accettato un altro programma politico, sono in fondo solo dei critici di errori politico-morali) oppure che sorgono consciamente come avversari, poiché per il loro mercanteggio politico, l'arte diplomatica, di tenersi sempre a galla, stanno più in alto della lotta per la dimensione sociale.
Di fronte a tale amarezza non ci deve essere alcun scoraggiamento. Non ci potrà mai essere un accordo stretto con la USP, prima che essa non riconosca la giustificazione di tali formazioni proletarie, certamente ancora bisognose di trasformazione e capaci di trasformarsi, uscite dall'essenza dell'idea dei consigli. Gran parte delle masse la riconosceranno prima dei capi politici. Buon segno. Più sicuramente e più velocemente l'organizzazione di fabbrica smaschererà e annienterà lo spirito controrivoluzionario dei sindacati, col provocare e allestire politicamente scioperi di massa, basandosi di volta in volta sulla situazione politica.
Il secondo grande scopo dell'organizzazione di fabbrica è la preparazione alla costruzione della società comunista. Membro dell'organizzazione di fabbrica può diventare ogni operaio che parteggia per la dittatura del proletariato. Di ciò fa parte il rifiuto risoluto dei sindacati, e il risoluto distacco dalla loro linea di pensiero. Questo distacco dovrà essere la pietra di paragone per l'ingresso nell'organizzazione di fabbrica. Viene così chiarito il riconoscimento della lotta di classe proletaria e dei suoi metodi; non è invece necessario il riconoscimento di un più stretto programma di partito. Sta nell'essenza e nella volontà dell'organizzazione di fabbrica servire al comunismo e portare alla società comunista. La sua essenza sarà sempre dichiaratamente comunista e la sua lotta spingerà tutti nella stessa direzione. Ma mentre un programma di partito serve e deve servire in gran parte al Congresso (naturalmente in senso ampio), mentre si richiede ai membri del partito una acuta intellettualità, mentre un partito politico come il Partito Operaio Comunista (anche se subisce un'involuzione fino al suo annientamento) che progredisce e muta in fretta, in rapporto al processo rivoluzionario mondiale, non può mai essere quantitativamente grande, nell'organizzazione di fabbrica le masse rivoluzionarie si uniscono per mezzo della coscienza della loro solidarietà di classe, della loro solidarietà proletaria: qui si prepara organicamente l'unità del proletariato, che non è mai possibile nel campo di un programma di partito. L'organizzazione di fabbrica è l'inizio di una formazione comunista e sarà il fondamento della futura società comunista.
L'organizzazione di fabbrica svolge i suoi compiti in stretta collaborazione con la KAPD.
L'organizzazione politica ha come compito la raccolta degli elementi progrediti della classe operaia in base al programma di partito.
Il comportamento del partito verso l'organizzazione di fabbrica deriva dalla natura stessa dell'organizzazione di fabbrica. Con propaganda instancabile la KAPD lavorerà all'interno dell'organizzazione di fabbrica.
Devono essere concordate strategie di lotta. I quadri di fabbrica diventano un'arma mobile del partito. Oltre a ciò è naturalmente necessario che anche il partito assuma sempre più un carattere proletario, un espressione di classe proletaria che corrisponda alla dittatura dal basso. Con ciò si allarga l'ambito dei suoi compiti ma contemporaneamente viene appoggiato sul piano della potenza. Si deve ottenere (e l'organizzazione di fabbrica offre la garanzia di questo) che con la vittoria, cioè con la conquista del potere da parte del proletariato, possa subentrare la reale dittatura del proletariato e non di alcuni capi del partito e della loro cricca.
La fase della presa del potere politico da parte del proletariato richiede la più severa neutralizzazione di ogni spirito capitalistico-borghese. Si otterrà ciò per mezzo della costituzione di una organizzazione consiliare che gestisca tutto il potere politico e economico.
L'organizzazione di fabbrica sarà in questa fase essa stessa un membro della dittatura proletaria, attuata in fabbrica attraverso i consigli elevantisi sopra l'organizzazione di fabbrica.
Compito dell'organizzazione di fabbrica in questa fase è di tendere a diventare, in un secondo luogo, il fondamento del sistema economico dei consigli.
Per la costruzione della comunità comunista l'organizzazione di fabbrica è una premessa economica. La forma politica di tale organizzazione è il sistema dei consigli. L'organizzazione di fabbrica si fa perciò garante che il potere politico venga esercitato sempre e soltanto dall'Esecutivo dei consigli.
La KAPD lotta perciò per la realizzazione del programma rivoluzionario massimalista, le cui richieste concrete sono contenute nei seguenti due punti.

I. In campo politico
1. Immediata unione politica ed economica con tutti i paesi proletari vittoriosi (Russia sovietica, ecc.) nello spirito della lotta di classe internazionale allo scopo di una comune difesa contro le tendenze aggressive del capitale mondiale.
2. Armamento della classe lavoratrice rivoluzionaria organizzata politicamente, formazione di comitati di difesa locale, formazione di una armata rossa, disarmo della borghesia, di tutta la polizia, dei singoli ufficiali, dei comitati civici di difesa, ecc.
3. Scioglimento di tutti i parlamenti e consigli comunali.
4. Formazione di consigli operai come organi del potere legislativo ed esecutivo. Elezione di un comitato centrale scelto tra i delegati dei consigli operai della Germania.
5. Riunione del Congresso dei consigli tedeschi con l'istanza politica di costituire il Soviet supremo della Germania.
6. Consegna della stampa alla classe lavoratrice sotto la direzione dei soviet politici locali.
7. Distruzione dell'apparato di giustizia borghese e immediato insediamento di tribunali rivoluzionari. Assunzione del potere giudiziario borghese e del servizio di sicurezza da parte di organi proletari corrispondenti.

II. In campo economico, sociale e strutturale
1. Annullamento dei debiti statali e di altri debiti pubblici, così come dei singoli prestiti di guerra.
2. Espropriazione di tutte le banche, miniere, ferriere, così come di tutte le imprese industriali e commerciali da parte della repubblica dei consigli.
3. Azione di confisca di tutti i patrimoni a partire da una certa quota, che deve essere stabilita dal comitato centrale dei consigli operai tedeschi.
4. Trasformazione della proprietà privata di possedimenti terrieri in proprietà comune sotto la direzione dei corrispondenti consigli agricoli locali.
5. Assunzione di tutti i trasporti pubblici da parte della repubblica dei soviet.
6. Regolazione e direzione centralizzata di tutta la produzione da parte dei supremi consigli economici da nominarsi dal Congresso dei consigli economici.
7. Orientamento di tutta la produzione al fabbisogno in base ai calcoli economici e statistici più accurati.
8. Decisa e ferma applicazione dell'obbligo al lavoro.
9. Assicurazione della singola esistenza per quanto riguarda l'alimentazione, il vestiario, la casa, la vecchiaia, le malattie, l'invalidità, ecc.
10. Soppressione di tutte le differenze di classe, ordine e titoli. Completa equiparazione giuridica e sociale dei sessi.
11. Immediata trasformazione radicale delle istituzioni preposte all'alimentazione, all'abitazione e alla sanità, nell'interesse della popolazione proletaria.
12. Mentre la KAPD dichiara la lotta più decisa al sistema economico capitalista e allo stato borghese, essa rivolge il suo attacco anche a tutta l'ideologia borghese e si eleva a propugnatrice di una concezione del mondo proletario rivoluzionario. Un fattore decisivo per l'acceleramento della rivoluzione sociale sta nel rivoluzionamento di tutto il mondo spirituale del proletariato.
In base a questa convinzione la KAPD appoggia tutte le tendenze rivoluzionarie nella scienza e nelle arti, il cui carattere corrisponda allo spirito della rivoluzione proletaria. In particolare la KAPD promuove tutti gli sforzi seriamente rivoluzionari, che la gioventù di entrambi e sessi esprime da sè.
La KAPD rigetta invece ogni tutela paternalistica della gioventù. Mediante la lotta politica la gioventù stessa viene costretta alla massima esplicazione del suo vigore che ci dà la certezza che adempirà con tutta chiarezza e decisione ai suoi grandi compiti. E' compito del KAPD - anche in nome della rivoluzione - di dare alla gioventù nella sua lotta ogni possibile appoggio.
Il KAPD è cosciente che alla gioventù, anche dopo la conquista del potere politico da parte del proletariato resta un grande campo di azione nella costruzione della società comunista, come: la difesa della repubblica dei soviet da parte dell'armata rossa, la trasformazione del processo di produzione, la creazione della scuola di lavoro comunista che esplica i suoi compiti creativi in stretto collegamento con la fabbrica.
Questo è il programma del Partito operaio comunista tedesco. Fedele allo spirito della Terza Internazionale la KAPD è saldamente legata al pensiero dei fondatori del socialismo scientifico, che cioè la conquista del potere politico da parte del proletariato ha lo stesso significato dell'annientamento politico della borghesia. La distruzione di tutto l'apparato statale borghese con il suo esercito capitalista guidati da ufficiali junker-borghesi, della sua polizia, dei suoi capi carcerieri e giudici, preti e impiegati statali, è il primo compito della rivoluzione proletaria. Il proletariato vittorioso deve essere perciò corazzato contro gli assalti della controrivoluzione borghese. Il proletariato deve tentare di concludere vittoriosamente e con ferma violenza la guerra civile, qualora essa gli venga imposta dalla borghesia. La KAPD è cosciente che la lotta finale tra capitale e lavoro non può essere risolta all'interno di confini nazionali.
Come il capitalismo non si ferma davanti ai confini nazionali e nella sua scorribanda piratesca attraverso il mondo, non si lascia frenare da qualche scrupolo nazionale, allo stesso modo il proletariato non deve perdere d'occhio, sotto l'ipnosi di ideologie nazionali, il pensiero fondamentale della solidarietà internazionale di classe. Quanto più acutamente viene compreso dal proletariato il pensiero della lotta di classe internazionale e quanto più di conseguenza esso viene elevato a leit-motiv della politica mondiale proletaria, tanto più rapidamente e violentemente i colpi della rivoluzione mondiale ridurranno in pezzi il capitale mondiale in fase di disfacimento.
Alto sopra tutti i particolarismi nazionali, alto sopra tutti i confini nazionali, alto sopra tutte le patrie, per il proletariato internazionale brilla con eterno splendore il faro: Proletari di tutto il mondo unitevi!

(tratto da Enzo Rutigliano, Linkskommunismus e rivoluzione in occidente. Per una storia della KAPD, Dedalo, Bari, 1974, pp. 175-189)

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