sabato 27 marzo 2010

Un ribelle nelle Rivoluzione tedesca 1918-1921 (1929) (1), di Max Hölz

(...) Potei insomma dividere con i miei camerati le privazioni e le fatiche del fronte, contento di non passarmela meglio di quanti fino a ieri mi facevano vergognare di me stesso. Ricevetti la Croce di Ferro e la medaglia di Federico Augusto,(1) e partecipai a tutte le battaglie del 27° corpo d'armata sui fronti occidentale e orientale nel 1917.
Durante la marcia di avvicinamento alla Russia conobbi per la prima volta in vita mia un socialista, con il quale mi capitò casualmente di legare sul piano personale. Georg Schumann, redattore della "Leipziger Volkszeitung",(2) era in quel momento un soldato al fronte denunciato e tradotto davanti al tribunale di guerra della nostra divisione.(3) Con alcuni commilitoni, ero incaricato di sorvegliarlo e passavamo insieme giornate intere. Nonostante fosse espressamente vietato parlare coi prigionieri, discutevamo spesso con lui. Egli non faceva alcun mistero delle sue idee socialiste rivoluzionarie e si dava anzi da fare per conquistarci alla causa, malgrado la nostra indifferenza politica. Ciò che Schumann raccontava era impressionante, nuovo, incredibile. Era come gettare lo sguardo su di un altro mondo, di cui sino ad allora non avevo neppure sospettato l'esistenza. Non comprendevo quasi nulla di ciò che diceva, ma tutto eccitava la mia mente e mi indicava la strada verso una nuova concezione del mondo, che fino ad allora non avevo neppure osato sognare. Il pubblico ministero chiese dodici anni di prigione; Schumann si ritrovò con una condanna a sei mesi per "propaganda disfattista" condotta tra i soldati.
In Galizia, mentre avanzavamo verso la frontiera russa, ricevemmo le prime sommarie notizie dello scoppio della Rivoluzione russa. Malgrado non fossimo socialisti, i racconti dei prigionieri russi sulla creazione dei Consigli operai e dei soldati ci impressionarono profondamente. I soldati tedeschi che non avevano mai avuto a che fare con il socialismo - ero uno di quelli - compresero d'istinto che si trattava di una radicale trasformazione che non coinvolgeva unicamente la Russia. Quasi tutti ebbero la stessa impressione: la guerra stava per finire. Quando una parte importante delle truppe tedesche sul fronte orientale cominciò a fraternizzare con i soldati russi, lo Stato maggiore decise di sostituire i reparti, cosicché noi fummo spostati sul fronte occidentale. (...)

Note
(1) Ordine sassone creato in onore dell'Elettore di Sassonia, Federico Augusto (1750-1827).
(2) Uno dei più antichi giornali socialdemocratici tedeschi; nel 1917 e fino alla riunificazione socialdemocratica del 1924, la redazione si allinea con l'USPD.
(3) Schumann (1886-1945) è stato meccanico e sindacalista prima di diventare redattore del "Leipziger Volkszeitung". Dal 1919 è dirigente del Partito comunista a Leipzig e, dal 1921, membro del Comitato centrale. Attivo nella resistenza francese durante la Seconda guerra mondiale, viene condannato a morte e ucciso dai nazisti.

(tratto da Max Hölz, Un ribelle nelle Rivoluzione tedesca 1918-1921, Biblioteca Franco Serantini-Collegamenti/Woobly, Pisa-Genova, 2001, pp. 35-36)

domenica 14 marzo 2010

Il partito comunista in Germania (1914-1924), di Circolo di Iniziativa Proletaria G. Landonio

Cronistoria della formazione, sviluppo e crisi del partito rivoluzionario in Germania nel decennio 1914-1924

1914

(4 agosto) Spd vota i crediti di guerra: i social-democratici si rivelano social-imperialisti.

(4 agosto) Riunione degli "internazionalisti" attorno a Rosa Luxemburg.

1915

(18 febbraio) Rosa Luxemburg viene arrestata.

(4 marzo) I Conferenza dell’Opposizione a Berlino.

(14 aprile) Viene pubblicata la rivista "Die Internazionale".

(27 maggio) Volantino di Karl Liebknecht: "Il nemico principale si trova nel proprio paese".

(dicembre) Nel corso di un nuovo plenum della Spd, il gruppo dissenziente (Bernstein, Kautsky, Haase) vota contro il rinnovo dei crediti di guerra. Essi vengono espulsi dal partito. I deputati espulsi formano la Cooperazione socialdemocratica. In seguito formeranno l'Uspd.

1916

(1 gennaio) La Conferenza del gruppo Internazionale a Berlino approva le tesi contro la guerra imperialista di Rosa Luxemburg.

(1 maggio) Manifestazioni operaie contro la guerra (Liebknecht in uniforme distribuisce volantini e viene arrestato).

(1 settembre) Prima lettera di Spartakus.

[Rosa Luxemburg: La crisi della socialdemocrazia].

1917

(7 gennaio) Conferenza dell'Opposizione nella Spd a Berlino.

(18 gennaio) Tutti gli oppositori vengono espulsi dalla Spd.

(5 aprile) La Conferenza degli spartakisti si pronuncia per un partito coi centristi: i "comunisti radicali" sono contrari.

(6-8 aprile) Congresso a Gotha di fondazione dell'Uspd (Partito socialista indipendente, centrista): Kautsky, Bernstein, Haase, Ledebour. [Nel 1922 riconfluiranno nel Spd, tranne Ledebour]

(16-23 aprile) Grandi scioperi a Berlino e Lipsia.

(2 agosto) Manifestazioni di marinai.

(25 agosto) Processi e condanne dei dirigenti dei marinai.

(5 settembre) Kobis e Reichpietsch vengono fucilati.

1918

(28-31 gennaio) Sciopero a Berlino e in altri centri operai

(1 ottobre) I capi dell'esercito tedesco si pronunciano per la pace. In pratica, i militari, unitamente alla classe dirigente politica, gettano la spugna: sul fronte esterno, la guerra è nell'impasse - fallimento dell'offensiva sul fronte occidentale di marzo-giugno -, mentre sul fronte interno crescono le tensioni sociali.

(1 ottobre) La Conferenza comune degli spartakisti e dei radicali di sinistra si pronuncia per la rivoluzione socialista e il potere dei consigli.

La Germania vive un vuoto di potere che, il 2 ottobre, cerca di colmare il governo di Max di Baden, con due ministri del Spd (i membri sono detti maggioritari). I partiti non-socialisti sembrano essersi volatilizzati. I funzionari statali si consultano sulla linea di condotta da tenere. A Berlino (il 9 novembre), il prefetto di polizia del Land di Prussia, von Jagow, cede il posto a Emil Eichorn, indipendente di sinistra. Episodi analoghi avvengono in tutta la Germania.

(21 ottobre) Viene liberato Liebknecht, in galera dall'1 maggio 1916, perché, in divisa, aveva distribuito a Berlino volantini contro la guerra. Grazie a questa sua attività, Liebknecht gode ora di un enorme prestigio.

(30 ottobre) Agitazioni nella marina da guerra: manifestazione a Stoccarda. Insurrezione a Vienna, cade la monarchia e inizia la disgregazione dell'impero asburgico.

[(31 ottobre) La Turchia firma l'armistizio con l'Intesa.]

[(2 novembre) Armistizio austro-italiano, posticipato in modo fraudolento, per consentire all'esercito italiano di giungere il più vicino possibile a Vienna, dove sono in atto grandi agitazioni sociali (con la cd. battaglia di Vittorio Veneto).]

(3 novembre) Ammutinamento dei 20.000 marinai della base di Kiel. Fondazione del Partito comunista austriaco.

(5-9 novembre) In tutte le principali città tedesche (oltre trenta) sorgono i consigli degli operai e dei soldati, in 15 giorni furono oltre 10.000. Una parte della borghesia sostiene i consigli degli operai e dei soldati, un'altra contrappone i consigli dei cittadini (talvolta distinti secondo le professioni: medici, avvocati, giudici, proprietari e anche preti, Broué p. 159) che, sul piano militare, oppongono alle guardie operaie le guardie civiche.

(9 novembre) Insurrezione operaia a Berlino, la maggiore metropoli industriale d'Europa che, in quei giorni, conta 200.000 disoccupati. L'ultimo Kaiser della Germania, Guglielmo II, fu costretto ad abdicare. Dopodiché venne proclamata la Repubblica, passata alla storia col nome di Weimarer Republik (Repubblica di Weimar). Il socialdemocratico Friedrich Ebert prese le redini del potere e divenne il cancelliere del Reich. Costituzione di un governo Spd e Uspd, che ha l'appoggio del "gran quartier generale di Spa". Ossia del vertice militare, capeggiato da Hindenburg e Groner, che fu l'unica istituzione statale a mantenere intatta la propria struttura di potere. Ebert, attraverso una linea telefonica segreta (il numero 998), è in contatto diretto con il gran quartier generale. Dopo oltre un mese, questo è il primo passo per colmare il vuoto di potere. Inizia il processo di normalizzazione.

(10 novembre) Ebert e il gabinetto Spd-Uspd ottengono la fiducia dei consigli.

(11 novembre) Nasce la Lega Spartaco, con una direzione centrale, ma resta sempre all'interno dell'Uspd.

(11 novembre) Il nuovo governo tedesco firma con l'Intesa l'armistizio di Rethondes. Prima tappa del processo di normalizzazione.

(16 novembre) Accordo fra i sindacati e il padronato (Arbeitsgemeinschaft: comunità di lavoro): regolava alcune modalità della smobilitazione, fissava a otto ore la giornata lavorativa, prevedeva i contratti collettivi e gettava le basi dei Comitati di impresa, i cui poteri apparivano tuttavia assai ridotti. La proprietà privata dei mezzi di produzione non è assolutamente posta in discussione. (Gilbert Badia, Lo Spartachismo, Savelli, Roma, 1976, p. 154).

[(20 novembre) Fondazione del partito comunista ungherese.]

(4 dicembre) Berlino, per iniziativa del generale Maercker, prende avvio la formazione dei corpi franchi, su modello di quelli già costituitisi all'Est (Prussia Orientale e Paesi baltici), "per lottare contro il bolscevismo".

(6 dicembre) Il consiglio dei commissari del popolo decide di convocare l'Assemblea costituente.

(dicembre) Fallisce un putsch contro-rivoluzionario a Berlino.

(7 dicembre) Manifestazione armata di Spartaco a Berlino.

(Seconda tappa del processo di normalizzazione.)

(10 dicembre) A Berlino sfilano dieci divisioni reduci dal fronte, al comando del generale Lequis, che propone al governo Ebert: "Disarmo dei civili, rastrellamento dei quartieri poco sicuri, esecuzione immediata di chiunque eserciti illegalmente funzioni di autorità". Ebert si oppone per evitare scontri "dall'esito incerto", e propone un compromesso, dalle conseguenze deleterie, in quanto avalla la leggenda della "pugnalata alle spalle", che darà fiato alla propaganda nazionalista.
In realtà, come spiegherà più tardi il generale Groner: "Le truppe avevano un tale desiderio di tornare alle loro case, che con queste dieci divisioni non c'era nulla da fare. Il programma che consisteva nell'epurare Berlino dagli elementi bolscevichi e ordinare la consegna delle armi non poteva essere realizzato". (p. 221)

[(16 dicembre) Fondazione del partito comunista polacco.]

(16-21 dicembre) Il congresso dei consigli si pronuncia a favore dell'Assemblea nazionale. Terza tappa del processo di normalizzazione. Da questo momento in poi, la mediazione politica lascia sempre più spazio al confronto armato.

(23-24 dicembre) Berlino, combattimenti armati fra i marinai (rossi) e soldati. Ebert tenta una soluzione politica, che viene intralciata dall'intervento della divisione di cavalleria della guardia, al comando del capitano Pabst.

(25 dicembre) Manifestazioni operaie a Berlino, occupazione dello stabile del "Vorwarts" (quotidiano della Spd).

(29 dicembre) In seguito agli avvenimenti dei giorni precedenti, gli indipendenti (Uspd) escono dal governo, dove i socialdemocratici si avvicinano sempre di più ai militari, in particolare ai corpi franchi del generale Maercker.

(30 dicembre) Si apre il Congresso di fondazione della Kpd(s), con la fusione di comunisti, spartakisti, radicali di sinistra, alla presenza di Radek.

1919

(1 gennaio) Berlino, fondazione del Kpd(s) (Partito comunista di Germania - Spartaco).

(4-5 gennaio) Berlino, grandiose manifestazioni (oltre duecentomila persone) contro la manovra socialdemocratica di estromettere dalla prefettura di polizia di Berlino il socialista di sinistra (Uspd) Emil Eichorn. Occupazione di edifici pubblici, giornali e tipografie. Gli eventi assumono una connotazione rivoluzionaria.

(6-12 gennaio) Entrano in azione i corpi franchi: dopo violenti scontri, reprimono ogni focolaio di resistenza proletaria e ristabiliscono l'ordine a Berlino.

(15 gennaio) Assassinio di Rosa Luxemburg e di Karl Liebknecht. Sulla loro testa (vivi o morti), la sezione XIV del Reggimento Reichstag (Parlamento, fondato dalla Spd) aveva posto una taglia di 100.000 marchi, sottoscritta dal ministro socialdemocratico Philipp Sheidemann e dal faccendiere Georg Sklarz, finanziatore del reggimento (Frölich, p. 360).

(18 gennaio) Inizia la Conferenza della pace.

(19 gennaio) Elezioni per l'Assemblea costituente. Il processo di normalizzazione si chiude.

(febbraio) Inizio delle spedizioni dei corpi franchi nelle altre città tedesche.

(11 febbraio) Ebert eletto presidente. Governo Scheidemann di coalizione.

(12 febbraio) Arresto di Radek.

(febbraio) Sciopero nella Ruhr.

(1 marzo) I corpi franchi a Halle.

(2-6 marzo) Congresso straordinario dell'Uspd a Berlino.

(3 marzo) Proibizione della "Rote Fahne" (Bandiera rossa).

(3-8 marzo) Sciopero generale e repressione; "settimana di sangue" a Berlino.

(10 marzo) Arresto e assassinio di Leo Jogiches; Paul Levi assume la direzione della Kpd(s).

[21 marzo] Proclamazione della repubblica dei consigli in Ungheria (Béla Kun).

(31 marzo) Inizio dello sciopero generale nella Ruhr.

(7 aprile) Prima repubblica dei consigli di Baviera.

(8 aprile) La Centrale si rifugia a Lipsia.

(8-14 aprile) II congresso dei Consigli a Berlino.

(13 aprile) Seconda repubblica dei consigli di Baviera, diretta dai comunisti.

(1 maggio) Occupazione di Monaco da parte dei corpi franchi; repressione generalizzata.

(11 maggio) I corpi franchi occupano Lipsia. La Centrale lascia Lipsia per Berlino.

(20 maggio) Dimissioni di Scheidemann.

(28 maggio) Fine dello sciopero generale nella Ruhr.

(20 giugno) Inizio dello sciopero dei ferrovieri.

(22 giugno) L'Assemblea nazionale ratifica il trattato di Versailles.

(giugno) Governo Bauer di coalizione

(30 giugno) X Congresso dell'Adgb.

(3 luglio) Fine dello sciopero dei ferrovieri.

[1 agosto] Repressione della repubblica ungherese dei consigli.

(16-17 agosto) Conferenza di Francoforte sul Meno della Kpd(s); inizio del conflitto tra Levi e l'estrema sinistra.

(9-10 settembre) Conferenza di Jena della Uspd.

(ottobre) L'opposizione di sinistra con Dissmann alla testa del sindacato dei metallurgici.

(20-24 ottobre) II Congresso, detto di "Heidelberg", della Kpd(s). Levi ottiene l'esclusione dell'estrema sinistra.

(30/11-6/12) Congresso Uspd a Lipsia; spinta a sinistra.

(5 dicembre) Liberazione di Radek.

(12 dicembre) Riapparizione della "Rote Fahne".

1920

(13 gennaio) Manifestazione davanti al Reichstag a favore dei Consigli. La polizia spara con le mitragliatrici contro i manifestanti: 42 morti.

(25-26 febbraio) III congresso della Kpd(s) a Karlsruhe.

(13 marzo) Putsch di Kapp.

(13 marzo) La Centrale della Kpd(s) rifiuta di difendere il governo.

(14 marzo) Inizio dello sciopero generale.

(17 marzo) Fuga di Kapp. Legien domanda un governo dei partiti e sindacati operai.

(22 marzo) Fine dello sciopero generale.

(3 aprile) Offensiva della Reichswehr nella Ruhr.

(4-5 aprile) Conferenza organizzativa dell'opposizione a Berlino (rappresentanti di 38.000 iscritti alla Kpd); fondazione della Kapd (Partito comunista operaio tedesco), con l'opposizione del solo Ruhle e dei Comunisti internazionalisti di Brema. Il nuovo partito risulta dall'incontro di quattro gruppi-tendenze: Amburgo Wolffheim-Laufenberg); Brema (già sede dei Comunisti internazionalisti e centro dell'opposizione non scissionista di Ruhle); Berlino con Gorter (futuro teorico riconosciuto della Kapd), e Schroder (futuro capo politico).

(14-15 aprile) IV congresso della Kpd(s) a Berlino.

(agosto) II Congresso della Kapd (programmatico).

(12-17 ottobre) Il congresso di Halle dell'Uspd accetta le 21 condizioni di ammissione all'Ic.

(30-31 ottobre) Il Cc del Kapd espelle Otto Ruhle. Ciò comporta una scissione nelle Aau (Unione generale dei lavoratori), dalla quale sorge la Aau-E (unitaria, nel senso di unificazione tra organizzazione economica e politica del proletariato).

(1-3 novembre) V congresso della Kpd(s) divenuta Kpd (sezione dell'Ic).

(28 novembre) La Kapd ammessa come "partito simpatizzante" nell'Ic.

(4-7 dicembre) Congresso di fusione tra la destra del Kpd e la sinistra Uspd (400.000 iscritti): nascita della Vkpd (Partito comunista unificato di Germania), sezione tedesca dell'Ic. Levi e Daumig presidenti.

(24 dicembre) Protesta di Levi contro l'ammissione della Kapd come "partito simpatizzante" dell'Ic.

1921

(7 gennaio) Lettera aperta della Vkpd alle altre organizzazioni operaie.

(21 gennaio) Primo incidente tra Levi e Radek.

(22 febbraio) Dimissioni di Levi e di Daumig. Brandler presidente della Vkpd. Béla Kun a Berlino.

(26 febbraio) I sindacati formulano 10 rivendicazioni.

(15 marzo) Tumulti nella Germania centrale come reazione alla legge sulla resa delle armi che gli operai avevano tenuto dalla guerra e dalla rivoluzione del 1918-19. La Vkpd lancia un appello col quale invita gli operai a rovesciare con la forza il governo. La Kapd organizza le prime azioni armate. I due partiti si lanciano nella lotta in comune, con le stesse parole d'ordine.

(16-17 marzo) Offensiva di Horsing nella Germania centrale, mediante gli "Schupos", polizia di sicurezza anti-operaia.

(16-17 marzo) Il Cc della Vkpd decide la "galvanizzazione" del partito, e programma un'azione difensiva contro Horsing.

(18 marzo) Appello alle armi della Vkpd.

(19 marzo) Entrata della polizia nella regione di Mansfeld.

(21 marzo) Max Holz (vicino alla Kapd) comincia la guerriglia urbana.

(19-20 marzo) La direzione unificata Vkpd-Kapd chiama allo sciopero generale, dopo però che la polizia era già intervenuta pesantemente nella zona di Mansfeld il giorno prima.

(21 marzo) Attentato a Berlino alla Colonna della Vittoria da parte dei reparti di combattimento del Vkpd-Kapd, che iniziano anche gli assalti ai tribunali e alle prefetture a Falkenstain, Dresda, Freisberg, Lipsia, Plannen, ecc. Nella regione di Halle lo sciopero generale è compatto, e vi prendono parte anche gli impiegati dei servizi. La gran parte del proletariato urbano tuttavia non si muove, a parte che nelle zone calde della Ruhr, di Berlino e Amburgo.

(22 marzo) Le formazioni armate di Holz giungono nella zona di Leuna (sono costituite di 2.500 elementi delle miniere di Mansfeld). Plattner con un'altra formazione vi operava già da qualche giorno. Questi furono i veri dirigenti dell'Azione di Marzo: la direzione Vkpd-Kapd non ebbe alcuna reale influenza sugli avvenimenti. (v. Rutigliano, p. 51 e ss).

(27 marzo) Lettera di Levi a Lenin.

(29 marzo) Assassinio di Sult

(30 marzo) Fine dell'azione.

(8 aprile) Tesi sull'azione di marzo e formulazione della "teoria dell'offensiva".

(12 aprile) Levi pubblica Unser Weg

(15 aprile) Levi viene escluso dal Vkpd. In estate organizza al Reichstag la Kag (Collettivo comunista di lavoro) coi deputati Ernst Däumig, Marie Mackwitz e Adolf Hoffmann.

(6 giugno) condanna di Brandler.

(3-4 agosto) Il Cc del Vkpd incontra difficoltà ad adottare il compromesso di Mosca.

(22-26 agosto) Il VII congresso della Vkpd a Jena. Meyer e Friesland alla testa del partito.

(26 agosto) Assassinio di Enzberger.

(settembre-ottobre) Sviluppo della sinistra berlinese. Friesland si sposta verso Levi

(22 ottobre) Ingresso dei socialdemocratici nel governo Wirth.

(20 novembre) I conferenza della Kag di Levi.

(25 novembre) Inizio delle rivelazioni del "Vorwarts" sull'azione di marzo.

(20 dicembre) Friesland, rimosso dalle sue funzioni, lancia un appello ai membri del partito.

1922

(22 gennaio) Espulsione di Friesland.

(1-7 febbraio) Sciopero dei ferrovieri.

(22 febbraio) La Kag si unisce all'Uspd.

(22 marzo) Inizia lo sciopero dei metallurgici.

(4 giugno) Fine dello sciopero dei metallurgici

(19-24 giugno) Congresso Adgb a Lipsia.

(24 giugno) Assassinio di Rathenau.

(27 giugno) Accordi di Berlino tra organizzazioni operaie.

(8 luglio) La Kpd esclusa dal fronte unico.

(18 luglio) Legge sulla difesa della Repubblica.

(24 settembre) Riunificazione Spd-Uspd.

(21 novembre) Governo Cuno senza i socialdemocratici.

(24/11 - 6/12) Scioperi nel Palatinato.

1923

(11 gennaio) Occupazione della Ruhr da parte delle truppe franco-belghe; inizio della resistenza passiva: manifestazioni, scioperi, sabotaggi.

(28 gennaio - 1 febbraio) VIII congresso della Kpd a Lipsia; acuto conflitto tra la sinistra e la nuova direzione, soprattutto Brandler.

(21 marzo) Governo socialista di Zeigner in Sassonia con l'appoggio comunista.

(26 marzo) Violento scontro di tendenze al congresso regionale di Essen.

(12 luglio) Appello della Centrale del partito. Viene decisa per il 29 una manifestazione anti-fascista. Proibizione della manifestazione in parecchi stati.

(26 luglio) Radek consiglia alla Centrale di rinunciare alla manifestazione.

(9 agosto) Inizio dello sciopero generale contro Cuno.

(11 agosto) Dimissioni di Cuno.

(12 agosto) Governo Stresemann coi socialdemocratici.

(15 agosto) Zinoviev redige le tesi sulla rivoluzione tedesca.

(23 agosto) L'ufficio politico del Pcr invita l'Esecutivo dell'Ic a preparare l'insurrezione in Germania.

(28 agosto) La Centrale designa un comitato militare per l'insurrezione.

(21 settembre - 4 ottobre) Conferenza preparatoria in vista dell'insurrezione tedesca.

(26 settembre) Fine della resistenza passiva. Stato d'assedio. Secessione in Baviera.
(1 ottobre) Fallito putsch della Reichswehr nera. Telegramma di Zinoviev per l'ingresso dei comunisti nel governo Zeigner in Sassonia.

(1-6 ottobre) Rimpasto a destra del governo Stresemann.

(8 ottobre) Ritorno di Brandler.

(10 ottobre) Brandler, Bottcher, Heckert nel governo Zeigner.

(13 ottobre) Stresemann ottiene i pieni poteri. Governo operaio in Turingia. Congresso delle centurie in Sassonia.

(16 ottobre) Discorso di Bottcher per l'armamento del proletariato.

(17 ottobre) Ultimatum del generale Muller.

(19 ottobre) Il governo decide di intervenire contro la Sassonia

(20 ottobre) Ultimi preparativi insurrezionali da parte del Reukom.

(21 ottobre) Conferenza di Chemnitz: i socialdemocratici di sinistra rifiutano l'appello allo sciopero generale. La Centrale decide di rinunciare all'insurrezione.

(22 ottobre) Pjatakov e Radek approvano la decisione di ritirarsi.

(23-24 ottobre) Insurrezione di Amburgo.

(29 ottobre) Destituzione di Zeigner. La Reichswehr allontana con la forza i ministri sassoni.

(3-4 novembre) Il Cc adotta le tesi di Brandler.

(4 novembre) Lettera dell'Esecutivo (Ic) alla Centrale.

(8-9 novembre) Putsch fallito a Monaco.

(30 novembre) Governo Marx, senza i socialdemocratici.

1924

(gennaio) Costituzione della tendenza di "centro" (Brandler isolato).

(11 gennaio) Prima riunione del Presidium dell'Ic sulla questione tedesca.

(19-21 gennaio) Risoluzione del presidium sulla Germania che condanna gli errori di Radek e Brandler.

(19 febbraio) Brandler sostituito da Remmele.

(7-10 aprile) IX Congresso della Kpd a Francoforte sul Meno. La sinistra assume la direzione.

(ottobre) Trotzski riesamina il fallimento del 1923 nelle "Lezioni di Ottobre".

(dicembre) Stalin sostiene la tesi della "costruzione del socialismo in un solo paese".

Bibliografia
Pierre Broué, Rivoluzione in Germania 1917-1923, Einaudi, Torino, 1977.
D.Authier –J.Barrot. La sinistra comunista in Germania, La Salamandra, Milano 1981 [Paris 1976], pp.216.
Paul Frölich, Guerra e politica in Germania (1914-1918), Pantarei, Milano 1995.
Paul Frölich, Rudolf Lindau, Albert Schreiner, Jakob Walcher, Rivoluzione e controrivoluzione in Germania (1918-1920). Dalla fondazione del Partito comunista al putsch di Kapp, Pantarei, Milano, 2001.
Paul Frölich, Rosa Luxemburg, La Nuova Italia, Firenze, 1969.
Arthur Rosenberg, Origini della Repubblica di Weimar, Sansoni, Firenze, 1972.
Gilbert Badia, Lo Spartachismo, Savelli, Roma, 1976.
Max Hölz, Un ribelle nella rivoluzione tedesca 1918-1921, Introduzione di Bruno Bongiovanni, Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001.
Enzo Rutigliano, Linkskommunismus e rivoluzione in occidente. Per una storia della Kapd, Dedalo Libri, 1974, pp.281.
Ossip K.Flechteim, Il partito comunista tedesco (Kpd) nel periodo della repubblica di Weimar, Jaca Book, Milano, 1970.

Sigle (in tedesco, con esplicazione in italiano)
Aau(d) - Unione generale dei lavoratori (di Germania)
Aau-E - (idem, Organizzazione unitaria)
Adgb - l'organizzazione sindacale a direzione Spd
Bo - Organizzazione di fabbrica
Faud - Unione libera lavoratori di Germania
Ikd - comunisti internazionalisti di Germania
Kapd - Partito comunista operaio di Germania
Kag - Collettivo comunista di lavoro
Kai - Internazionale comunista operaia
Kaud - Unione comunista operaia
Kpd(S) - Partito comunista di Germania (Lega Spartaco)
Spd - Partito socialdemocratico di Germania
Uspd - Partito socialdemocratico indipendente di Germania
Vkpd - Partito comunista unificato di Germania

(tratto dal blog "L'internazionale", http://comintern.splinder.com/post/7936422#more-7936422)

mercoledì 10 marzo 2010

I padri del "nazional-comunismo" tedesco: Heinrich Laufenberg e Fritz Wolffheim (2003), di Rébellion

L'espressione "nazional-bolscevismo" è portatrice di numerose ambiguità, derivanti dall'accostamento di due nozioni in apparenza totalmente opposte, utilizzate per definire due esperienze politiche spesso molto differenti tra loro.
Le differenti interpretazioni del fenomeno, lungi dall'aver apportato una definizione più chiara, hanno comportato al contrario ancora più confusione.
Nel caso di Heinrich Laufenberg e Fritz Wolffheim, l'appellativo di "nazional-bolscevichi" gli fu attribuito dai loro avversari per discreditarli.
I due interessati per parte loro non lo accettarono mai, poiché dal loro punto di vista esso non rifletteva il vero significato del loro approccio politico che sarebbe stato piuttosto da intendersi, e noi sappiamo che la differenza è importante, come nazional-comunista.

La nascita di un comunismo nazionale
I due si incontrano nel 1912, e ciascuno di loro ha già una lunga esperienza militante alle spalle maturata nelle lotte del movimento socialista di prima della guerra.
Laufenberg è considerato uno dei migliori conoscitori del movimento operaio tedesco. Impegnato nei ranghi del socialismo rivoluzionario, egli rifiuta la linea riformista e parlamentare delle organizzazioni della sinistra dell'epoca. Gioca un ruolo attivo nella formazione rivoluzionaria dei gruppi radicali della Germania settentrionale, in particolare ad Amburgo dove dispone di numerosi sostenitori. La crescente minaccia di una guerra europea, lo porta a collaborare con un giornalista di recente tornato dagli Stati Uniti, Fritz Wolffheim. Questi ha seguito per numerosi anni l'evoluzione del sindacalismo americano. E tornò in patria profondamente colpito dal suo modo di funzionamento, convinto del carattere obsoleto delle vecchie forme di organizzazione operaia (in particolar modo della divisione dei compiti puramente arbitraria tra centrale sindacale e partito d'avanguardia).
I due si impegnano risolutamente contro la guerra, rifiutando di aderire alla "Sacra Unione" che ha portato, in Germania come in Francia, anche la sinistra ad associarsi alla grande follia della prima guerra civile europea. Se il loro attivismo contro il conflitto li spinse a richiedere l'immediata cessazione delle ostilità e una giusta pace tra i belligeranti, essi si mostreranno tuttavia ostili a qualsiasi forma di appello al sabotaggio della difesa nazionale, che per loro avrebbe significato soltanto fare il gioco dell'imperialismo avverso contro l'imperialismo "nazionale". Si noti che, a tal proposito, nessuno dei due si rifiuterà di essere mobilitato per andare a combattere sul fronte.
Il periodo della guerra farà maturare in loro l'idea che la nazione sia un "tutto", vale a dire una comunità legata da una cultura, una lingua, ma anche da un'economia. Heinrich Laufenberg e Fritz Wolffheim distingueranno due funzioni dell'economia: la prima è una funzione di sfruttamento, da parte di una minoranza, della maggioranza e la seconda è una funzione vitale concernente l'esistenza della "totalità", vale a dire della nazione. Il ruolo dei socialisti rivoluzionari, quello di superare lo sfruttamento capitalistico affinché possa crescere la comunità nazionale. Nel caso della Germania, essi ritenevano che l'unità nazionale guidata con la forza dalla borghesia fosse un fallimento, per la sua incapacità di suscitare un comune spirito comunitario. E che spettasse alla classe operaia il compito di realizzare l'unità tedesca attorno ai principi del socialismo.
Nel contesto della guerra, per il proletariato, che per quanto detto ha una vocazione nazionale, potrebbe essere necessario accettare il fatto di essere arruolato in un esercito "nazionale", nonostante il carattere borghese dello Stato. Il proletariato, essendo esso stesso la nazione, deve difendere i propri interessi. Ma la subordinazione militare non è anche subordinazione politica, poiché i fini del proletariato sono totalmente differenti da quelli del capitale. Il popolo è il nemico delle guerre imperialiste: "Quando il suo dominio economico è salvaguardato dalla difesa delle proprie frontiere, il proletariato deve prendere partito senza riserve in favore della pace".
E' attraverso l'opposizione alla guerra che si forgia il nuovo approccio al socialismo di Wolffheim e Laufenberg. Esso troverà il suo campo di applicazione negli sconvolgimenti che colpiranno la Germania dopo l'armistizio del 1918. Questa nuova idea, è quella dei consigli operai a cui essi si uniranno nel 1917.
Saranno l'elemento centrale della loro politica. I consigli permettono una partecipazione diretta del popolo alle decisioni che lo riguardano, permettono di superare il gioco parlamentare e di respingere le organizzazioni burocratiche dei partiti e dei sindacati classici. Per gli "amburghesi", il centro della rivoluzione si trova nell'azione. La forma burocratica del partito deve essere superata e diventare una semplice struttura di propaganda al servizio dell'idea consiliarista.
Questo approccio è in totale opposizione al modello bolscevico. Esso si ripropone un decentramento verso la base e una democrazia diretta all'altezza della lotta per una società socialista del futuro. "Se, nell'epoca imperialista, le masse sono l'oggetto del potere esecutivo, scrive Wolffheim, nel mondo socialista, saranno esse stesse il potere esecutivo". Prendono parte alla fondazione della sinistra radicale, una tendenza che riunisce i gruppi rivoluzionari del nord della Germania. Wolffheim incontra, in qualità di rappresentante del gruppo, gli spartachisti berlinesi per preparare l'insurrezione del 1918. Interviene affinché essa non porti ad una catastrofe generale, provocando il caos in Germania e insiste sulla necessità che il fronte non collassi. Si oppone violentemente agli slogan di diserzione di massa lanciati da parte di alcuni leader spartachisti.

La Rivoluzione ad Amburgo
6 novembre 1918, scoppia la rivoluzione ad Amburgo e Wolffheim, già mobilitato sul campo, vi gioca immediatamente un ruolo di primo piano. I soldati ammutinati, incoraggiati dalla sinistra radicale, proclamano per la prima volta in Germania, la Repubblica socialista. Wolffheim partecipa alla costituzione del "Consiglio degli operai e dei soldati" che assume il controllo della città. Di ritorno dal fronte, Laufenberg è proclamato presidente del consiglio, sin da subito consapevole che "tutte le sorti della rivoluzione europea riposano nelle mani della classe operaia tedesca".
Per lui il dovere immediato dei rivoluzionari è quello di consolidare i risultati ottenuti, rendendoli irreversibili ed evitando la guerra civile. Egli predica la riconciliazione delle classi sotto l'egida della rivoluzione socialista trionfante ed insiste per un rapido ritorno della pace.
La socializzazione della società passa per Laufenberg e Wolffheim attraverso un'azione di progressiva maturazione della coscienza proletaria. Come ha scritto Louis Dupeux, "egli rifuta l'idea che la dittatura del proletariato possa instaurarsi in un solo paese, e soprattutto in una sola volta", da cui deriva la sua futura rottura con il modello sovietico.
Passo dopo passo, il vero socialismo si costruisce attraverso misure concrete. I consigli amburghesi moltiplicano le misure sociali (riduzione dell'orario di lavoro, aumento dei salari, miglioramento delle condizioni di vita ...) che impongono con la forza ai padroni. Essi non hanno mai esitato a collettivizzare le fabbriche dei padroni recalcitranti. I radicali di sinistra rimettono in discussione anche la legittimità dei sindacati e distribuiscono i fondi di queste organizzazioni riformiste ai disoccupati.
Ma l'approccio di Amburgo è anche pragmatico. Essi tentano di mobilitare classi sociali, come il ceto medio, che le conseguenze della guerra precipitano oggettivamente verso la classe operaia. E' stato in tal modo possibile superare le vecchie divisioni per realizzare l'unità delle classi oppresse, e quindi della nazione, intorno alla rivoluzione. La nozione di nazione proletaria in lotta contro l'imperialismo fu successivamente sviluppato dai due di Amburgo. Essa ingloberà l'insieme delle classi lavoratrici, escludendo l'alta borghesia dall'unità nazionale. "I consigli stanno diventando, ha scritto Wolffheim, l'elemento della riunificazione nazionale, della organizzazione nazionale, della fusione nazionale, perché essi sono l'elemento di base, la cellula originaria del socialismo".
Allo stesso modo, i contatti che Laufenberg e Wolffheim presero con i circoli degli ufficiali non sono stati un tradimento delle loro convinzioni socialiste. Sono stati gli ufficiali a mettersi al servizio della rivoluzione. Soprattutto quando il diktat di Versailles ha rimesso in discussione l'integrità della nazione stessa. La classe operaia tedesca si è ritrovata sotto la minaccia di una disfatta completa in balia del capitalismo anglo-sassone. Essi respingono il Trattato e lanciano l'appello per la costituzione di una "Wermarcht popolare" per poter riprendere la lotta contro l'imperialismo a fianco dell'armata rossa sovietica. E' in questo contesto che sono stati avviati i primi contatti con gli ambienti nazionalisti. Se essi hanno destato un certo interesse tra i giovani ufficiali, hanno dovuto affrontare l'incomprensione dell'alta casta militare, che avrebbe fatto perdere una possibilità per la Germania a causa della sua vecchia natura reazionaria e anticomunista. Un capo völkish particolarmente stupido si è persino rifiutato di ricevere Wolffheim perché di radici ebraiche...
"La nazione borghese sta morendo e la nazione socialista cresce, ha scritto Laufenberg. L'idea nazionale ha cessato di essere uno strumento di potere nelle mani della borghesia contro il proletariato e si è rivoltata contro di essa. La grande dialettica della storia ha fatto dell'idea nazionale uno strumento di potere del proletariato contro la borghesia". Le loro posizioni apertamente patriottiche, hanno fatto loro valere l'odio degli spartachisti e degli agenti del Comintern, e le loro prime accuse di deriva "nazional-bolscevica".
I socialdemocratici, divenuti progressivamente maggioritari in seno ai consigli di Amburgo, obbligheranno Laufenberg a dimettersi dal suo posto. Con estrema rapidità la Reazione trionfa, e i moderati consegnano la città all'esercito regolare che liquida la Rivoluzione.

La polemica nazional-bolscevica
Dopo la fondazione della KPD (Partito Comunista Tedesco), Laufenberg e Wolffheim si ritroveranno ben presto affiliati. Ma la campagna contro di loro e le loro posizioni Nazionali-bolsceviche condurrà alla loro espulsione dal partito, seguita da quella della corrente di "sinistra". L'operazione di epurazione del KPD è stata condotta dall'agente del Comintern in Germania, Karl Radek. Essa porterà alla fuoriuscita di oltre la metà dei 107.000 membri del partito in disaccordo con la linea di Mosca.
Laufenberg e Wolffheim si appelleranno dunque alla costituzione di un nuovo partito comunista. Partecipano nel mese di aprile 1920 al congresso di fondazione della KAPD (Partito Comunista Operaio della Germania).
"Il KAPD non sancisce la nascita di un secondo partito", scrive D. Authier nella sua raccolta di testi consiliaristi dell'epoca, "ma l'auto-organizzazione dei proletari radicali che si dotano finalmente di un loro organismo autonomo. L'atmosfera è particolarmente 'calda', i partecipanti hanno l'impressione di vivere un momento storico: lasciare il PC spartachista è rompere definitivamente con la socialdemocrazia".
Molto rapidamente, l'atmosfera si deteriora in seno al KAPD, il KPD fa pressione sull'organizzazione affinché essa liquidi la tendenza degli amburghesi. Lenin stesso cavalcherà la questione: in un passo del suo libro "L'estremismo, malattia infantile del comunismo" (dove regola i suoi conti ideologici con le tendenze di ultra-sinistra), egli liquida senza veramente conoscerle le tesi dei due di Amburgo. Espulsi dalla KAPD, essi saranno i primi a condannare "il capitalismo di Stato" e la deriva totalitarista del regime imposto da Lenin.
Cominciano allora gli anni oscuri, essi fonderanno una moltitudine di piccoli circoli rivoluzionari, il più importante dei quali, la Kommunistischen Bunden, raccolse solo poche centinaia di seguaci. Laufenberg, malato, si ritirò nella sua attività letteraria e morì nel 1932. Niekisch redigerà in suo onore un vibrante elogio funebre nel quale lo rivendicherà come un precursore del nazional-bolscevismo. Egli farà di lui il primo nazional-comunista tedesco da cui deriveranno per filiazione tutti gli altri.
Wolffheim troverà un eco inattesa nelle giovani generazioni nazional-rivoluzionarie degli anni '30. Egli collaborerà alla diffusione delle idee consiliariste sulle riviste "Das Junge Volk" e "Kommenden" allora dirette da K.O. Paetel. Ha avuto così un'importante influenza sul movimento giovanile Bundisch, contribuendo al suo orientamento anti-capitalistico e alla ricerca di una nuova linea comunitaria in seno alla nazione tedesca. Ma l'ascesa del nazismo sarà per lui fatale, arrestato a causa delle sue origini ebraiche, morirà in un campo di concentramento. Fine tragica di un uomo che aveva messo la sua vita al servizio del suo popolo.
Ironia della sorte, il KPD seguirà dal 1923 una linea patriottica con l'obiettivo dichiarato di avvicinare al comunismo le classi medie e alcuni gruppi nazionalisti (con diversi successi di rilievo). Il promotore di questa linea apertamente "nazional-bolscevica" non sarà altro che Karl Radek, l'agente della Internazionale che aveva guidato la campagna contro gli amburghesi.

L'autonomia operaia al giorno d'oggi
La critica radicale del capitalismo mossa dai consigli operai conserva ancora oggi la sua attualità, il sistema che è stato schiacciato nel 1919 domina ancora. Lo sviluppo del liberalismo e la sua estensione a tutto il mondo minaccia ora di mettere in pericolo il futuro stesso dell'umanità.
Come Wolffheim e Laufenberg, noi vogliamo far maturare l'autonomia operaia, la rivolta proletaria liberata dalla morsa sindacale e dalle illusioni dei partiti del sistema. Non vogliamo vedere la nostra ribellione incanalata, guidata e svenduta sull'altare della pace sociale rendendoci responsabili della nostra stessa miseria.
Di fronte agli attacchi del capitale contro la nostra vita, chiediamo la ripresa della lotta. Il deterioramento della situazione della classe operaia va di pari passo con l'impoverimento delle classi medie, la resistenza diventa una questione di sopravvivenza. Ancora una volta, noi perdiamo solo le battaglie che non combattiamo. Qui e ora, più che mai, quelli che vivono sono quelli che lottano.

Bibliografia
Denis Authier e Gilles Dauvé, Les communistes de gauche dans la révolution allemande, Editions Les Nuits Rouges, Parigi, 2003. Raccolta di testi sui Consigli compresi la "Rivoluzione ad Amburgo" di Laufenberg e "Organizzazioni di categoria o sindacati " di Wolffheim.
Christophe Bourseiller, Histoire générale de l'ultra-gauche, Denoël, Parigi, 2003.
Pierre Broué, Révolution en Allemagne. 1917-1923, Les Editions de Minuit, Parigi, 1971.
Louis Dupeux, National bolchevisme: stratégie communiste et dynamique conservatrice, 2 voll., Librairie Honoré Champion, Parigi, 1979. L'analisi più competa sull'argomento.
Jean-Pierre Faye, Langages totalitaires, Edition Hermann, Parigi, 2004.
Alain Thiémé, La Jeunesse "Bündisch" en Allemagne. Au travers de "Die Kommenden" (janvier 1930- juillet 1931), ACE, Saint-Etienne, 2003.

(ns. trad. di "Les pères du 'national communisme' allemand: Heinrich Laufenberg et Fritz Wolffheim", in "Rébellion. Bimestriel de l'Organisation Socialiste Revolutionnaire Europeenne", n. 3, novembre-dicembre 2003, http://rebellion.hautetfort.com/archive/2006/04/13/heritage-heinrich-laufenberg-et-fritz-wolffheim.html)

venerdì 5 marzo 2010

Heinrich Laufenberg e Friedrich Wolffheim (2009), di NazionalBolscevismo

Heinrich Laufenberg (pseudonimo, Karl Erler; Colonia, 19 gennaio 1872 - Amburgo, 3 febbraio 1932) fu storico, giornalista e politico.
Studiò filosofia all'università di Rostock, laureandosi con una tesi dal titolo: Der historische Wert des Panegyricus des Bischofs Ennodius (Valore storico del Panegirico del Vescovo Ennodius, Celle 1902), dal 1902 fu membro del Partito Cattolico di Centro, oltre a collaborare con la rivista "Germania".
Dopo un lungo soggiorno in Inghilterra, durante il quale si dedicò allo studio di Marx ed Engels e della filosofia di Joseph Dietzgens, entrò a far parte nel 1904 dei socialdemocratici e, fino al 1907, fu assiduo collaboratore del "Düsseldorfer Volkszeitung", pubblicando svariati scritti anticlericali. Si recò quindi ad Amburgo, dove, su raccomandazione di Franz Mehring, prestò attività come storico di partito. Nel 1911 completò il primo tomo della sua Storia del movimento operaio ad Amburgo, Altona e dintorni, mentre il secondo dovette essere concluso soltanto vent'anni dopo, a poca distanza dalla sua morte. Fu inoltre a capo della scuola di partito di Amburgo della SPD.
Nel 1912, a causa delle sue vedute di tipo radicale, Laufenberg fu sollevato dai suoi incarichi. Allo scoppio della Prima guerra mondiale faceva parte di quell'ala della socialdemocrazia, che si era scagliata in massa contro i crediti di guerra. Dal 1914 collaborò assiduamente con Fritz Wolffheim, coniugando idee politicamente sovietico-comuniste, ma al tempo stesso sindacalistiche.
Furono in particolare le pubblicazioni di Anton Pannekoek (1873-1960), che scriveva sotto lo pseudonimo di Karl Horner, e di Herman Gorter (1864-1927) ad introdurre l'idea sovietico-comunista all'interno della socialdemocrazia tedesca. A tal proposito, già dal 1912 Fritz Wolffheim era in contatto con l'Industrial Workers of the World (IWW), fondata a Chicago il 27 giugno 1905.
Insieme, Laufenberg e Wolffheim pubblicarono nell'agosto 1914 il loro testo programmatico Imperialismus und Demokratie. Ein Wort zum Weltkrieg (Imperialismo e democrazia. Commenti sulla Prima guerra mondiale), che si scagliava contro la Burgfriedenspolitik della socialdemocrazia, la quale si era proposta di rinunciare, per tutta la durata della guerra, a qualsiasi scontro con gli altri partiti e ad agitazioni contro il Governo. Dal 1916 ci furono stretti contatti con Johann Knief, a Brema, dove pubblicava la rivista "Arbeiterpolitik" ("Politica operaia"). Contemporaneamente, ad Amburgo, Laufenberg e Wolffheim pubblicarono "Der Kampf" ("La lotta").
Durante la Rivoluzione tedesca, il 12 novembre 1918, Laufenberg fu eletto, con Wilhelm Heise, presidente del Consiglio Operaio e Militare per la zona di Gross-Hamburg. Si ritirò dalla carica il 20 gennaio 1919.
Dal 16 al 20 dicembre 1918 partecipò al primo Congresso dei Consigli Operai e Militari a Berlino, dove la metà dei rappresentanti votò a favore di un'Assemblea Nazionale, rifiutando di fatto il sistema dei Consigli. A tale congresso la SPD (MSPD, Partito Socialdemocratico di Maggioranza), con 296 rappresentanti, riportò una netta maggioranza. La USPD, Partito Socialdemocratico Indipendente, raccolse 96 rappresentanti.

Friedrich "Fritz" Wolffheim (Berlino, 30 ottobre 1888 - Lager di Ravensbrück, 17 marzo 1942), politico comunista.
Proveniente da una famiglia benestante di commercianti ebrei, Wolffheim studiò da commesso di negozio (ragioniere) e dal 1909 fu membro del Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD), per il quale scrisse su vari quotidiani.
Dal 1910 al 1913 fu a San Francisco, dove come membro del Socialist Party of America fu redattore del "Vorwärts der Pacific-Küste" ("L'avanguardia della Costa Pacifica"), una pubblicazione dell'Unione dei Sindacati cui egli apparteneva, l'Industrial Workers of the World (IWW), fondata il 27 giugno 1905 a Chicago. Nel 1913 si stabilì ad Amburgo, dove dall'inizio della guerra, nel 1914, iniziarono a radunarsi intorno a lui e ad Heinrich Laufenberg gli oppositori della politica di tregua nella lotta parlamentare della SPD. Insieme, con l'appoggio della sinistra radicale di Brema, pubblicarono il quotidiano "Der Kampf" e fra il 1915 e il 1918 furono più volte arrestati per attività anti-bellica. Nel 1918 Wolffheim fu tra i capi del Consiglio degli Operai e dei Soldati ad Amburgo, ma a causa di una malattia nervosa, da metà novembre di quell'anno fino al maggio successivo, dovette ricoverarsi in una casa di cura.
Nel 1919 passò alla KPD(S), dove accanto a Laufenberg e a Otto Rühle, fu uno dei maggiori portavoce dell'ala antiparlamentare della sinistra. Nell'ottobre dello stesso anno lui e Laufenberg furono espulsi dalla KPD, a causa delle lamentele del sindacalismo, ma furono tuttavia rappresentanti di un unionismo che riteneva necessari l'esistenza in parallelo di un'organizzazione di lotta economica come base di massa, e di un partito attivo prevalentemente dal punto di vista teorico e propagandistico. Tale concetto ebbe il consenso del movimento comunista sovietico quasi fino al 1922, ma fu in seguito abbandonato dalla maggioranza, a favore di un'organizzazione unitaria.
Dopo l’esclusione dalla KPD Wolffheim fondò con Laufenberg il Kommunistische Partei Hamburg - Sektion der IWW (KPH/IWW) (Partito Comunista di Amburgo - Sezione dell'IWW) e si occupò inoltre della fondazione dell'Allgemeine Arbeiterunion (AAU, Unione Generale dei Lavoratori). Nell’aprile 1920 la KPH fu assorbita dalla KAPD, dove Wolffheim e Laufenberg fecero parte della cosiddetta ala nazional-bolscevica e pochi mesi dopo, in agosto, furono spinti da Arthur Goldstein a lasciare il partito, a causa di idee di tipo borghese-nazionalista. Alla base di tale contrasto vi fu fra l'altro la fondazione della Libera Unione per lo Studio del Comunismo Tedesco, in cui Wolffheim e Laufenberg cercarono di trasmettere alla media borghesia un comune interesse ad un orientamento della Germania verso la Russia sovietica, sotto l'influenza del Trattato di Versailles. La Lega dei Comunisti, fondata da entrambi dopo l'uscita dalla KAPD, fu guidata da Wolffheim fino al 1925, ma sfociò ben presto nel settarismo. Dopo la separazione da Laufenberg, nel 1922, Wolffheim aveva tentato più volte fra il 1925 e il 1929 di rientrare nella KPD, che iniziò ad assumere in breve tempo chiare connotazioni nazional-bolsceviche, sotto l'influsso di un celebre discorso (Schlageter-Rede) di Karl Radek, che criticava energicamente le posizioni di Wolffheim e Laufenberg che avevano fino ad allora caratterizzato il nazional-bolscevismo. A differenza di Laufenberg, Wolffheim con la sua ideologia si allontanò sempre più dal marxismo, a favore di concezioni di tipo popolar-nazionalistico, che lo portarono nel 1933 ad approdare al GSRN (Gruppo dei Nazionalisti Socialrivoluzionari) di Karl Otto Paetel.
Alla fine del 1936 Wolffheim fu arrestato e morì nel 1942 nel lager di Ravensbrück.

(tratto dal blog "NazionalBolscevismo", http://nazbol.splinder.com/archive/2009-02)