(...) Potei insomma dividere con i miei camerati le privazioni e le fatiche del fronte, contento di non passarmela meglio di quanti fino a ieri mi facevano vergognare di me stesso. Ricevetti la Croce di Ferro e la medaglia di Federico Augusto,(1) e partecipai a tutte le battaglie del 27° corpo d'armata sui fronti occidentale e orientale nel 1917.
Durante la marcia di avvicinamento alla Russia conobbi per la prima volta in vita mia un socialista, con il quale mi capitò casualmente di legare sul piano personale. Georg Schumann, redattore della "Leipziger Volkszeitung",(2) era in quel momento un soldato al fronte denunciato e tradotto davanti al tribunale di guerra della nostra divisione.(3) Con alcuni commilitoni, ero incaricato di sorvegliarlo e passavamo insieme giornate intere. Nonostante fosse espressamente vietato parlare coi prigionieri, discutevamo spesso con lui. Egli non faceva alcun mistero delle sue idee socialiste rivoluzionarie e si dava anzi da fare per conquistarci alla causa, malgrado la nostra indifferenza politica. Ciò che Schumann raccontava era impressionante, nuovo, incredibile. Era come gettare lo sguardo su di un altro mondo, di cui sino ad allora non avevo neppure sospettato l'esistenza. Non comprendevo quasi nulla di ciò che diceva, ma tutto eccitava la mia mente e mi indicava la strada verso una nuova concezione del mondo, che fino ad allora non avevo neppure osato sognare. Il pubblico ministero chiese dodici anni di prigione; Schumann si ritrovò con una condanna a sei mesi per "propaganda disfattista" condotta tra i soldati.
In Galizia, mentre avanzavamo verso la frontiera russa, ricevemmo le prime sommarie notizie dello scoppio della Rivoluzione russa. Malgrado non fossimo socialisti, i racconti dei prigionieri russi sulla creazione dei Consigli operai e dei soldati ci impressionarono profondamente. I soldati tedeschi che non avevano mai avuto a che fare con il socialismo - ero uno di quelli - compresero d'istinto che si trattava di una radicale trasformazione che non coinvolgeva unicamente la Russia. Quasi tutti ebbero la stessa impressione: la guerra stava per finire. Quando una parte importante delle truppe tedesche sul fronte orientale cominciò a fraternizzare con i soldati russi, lo Stato maggiore decise di sostituire i reparti, cosicché noi fummo spostati sul fronte occidentale. (...)
Note
(1) Ordine sassone creato in onore dell'Elettore di Sassonia, Federico Augusto (1750-1827).
(2) Uno dei più antichi giornali socialdemocratici tedeschi; nel 1917 e fino alla riunificazione socialdemocratica del 1924, la redazione si allinea con l'USPD.
(3) Schumann (1886-1945) è stato meccanico e sindacalista prima di diventare redattore del "Leipziger Volkszeitung". Dal 1919 è dirigente del Partito comunista a Leipzig e, dal 1921, membro del Comitato centrale. Attivo nella resistenza francese durante la Seconda guerra mondiale, viene condannato a morte e ucciso dai nazisti.
(tratto da Max Hölz, Un ribelle nelle Rivoluzione tedesca 1918-1921, Biblioteca Franco Serantini-Collegamenti/Woobly, Pisa-Genova, 2001, pp. 35-36)
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