mercoledì 28 aprile 2010

Leo Schlageter. Il viandante nel Nulla (1923), di Karl Radek

Io non posso né integrare né perfezionare la vasta ed esauriente relazione della nostra onorevole leader, compagna Zetkin, sul fascismo internazionale, questo martello destinato a schiacciare la testa del proletariato, ma che prima si abbatterà sulla classe dei piccoli borghesi, che sono manipolati nell'interesse del grande capitale. Io non posso neanche seguirla pedissequamente, poiché davanti ai miei occhi aleggia il corpo del fascista tedesco, il nostro nemico di classe, che è stato condannato a morte e fucilato dai mercenari dell'imperialismo francese, quest'altra potente sezione del nostro nemico di classe. Durante tutto il discorso della compagna Zetkin sulle contraddizioni all'interno del fascismo, il nome di Schlageter e il suo tragico destino erano nella mia testa. Noi dovremmo ricordarlo qui nel mentre ci accingiamo a definire il nostro atteggiamento nei confronti del fascismo. La storia di questo martire della Germania nazionalista non va dimenticata né relegata ad una mera espressione di circostanza. Essa ha molto da dirci, e molto da dire al popolo tedesco.
Noi non siamo dei sentimentali romantici che dimenticano l'amicizia quando il suo oggetto è morto, né siamo dei diplomatici che dicono: dalla tomba non si dice nulla di buono, o si rimane in silenzio. Schlageter, questo coraggioso soldato della contro-rivoluzione, merita di essere sinceramente onorato da noi, i soldati della rivoluzione. Freksa, che ha condiviso le sue idee, ha pubblicato nel 1920 una novella nella quale ha descritto la vita di un ufficiale che cadde nella lotta contro Spartaco. Freska ha intitolato la sua novella "Il viandante nel Nulla".
Se questi fascisti tedeschi, che hanno onestamente pensato di servire il popolo tedesco, non riusciranno a comprendere il significato del destino di Schlageter, Schlageter sarà morto invano, e sulla sua tomba dovremmo leggere: "Il viandante nel Nulla".
La Germania era schiacciata. Solo gli sciocchi potevano credere che i capitalisti vittoriosi dell'Intesa avrebbero trattato il popolo tedesco in modo diverso dal modo in cui i capitalisti vittoriosi tedeschi hanno trattato il popolo russo e rumeno. Solo gli sciocchi o i codardi, che temono di affrontare la verità, potevano credere nelle promesse di Wilson, nelle dichiarazioni secondo le quali il Kaiser e non il popolo tedesco avrebbe dovuto pagare il prezzo della sconfitta. Ad oriente un popolo era in guerra. Fame, freddo, esso ha combattuto contro l'Intesa su quattordici fronti. Questa è stata la Russia sovietica. Uno di questi fronti consisteva di ufficiali tedeschi e di soldati tedeschi. Schlageter ha combattuto nei Freikorps di Medem, che hanno preso d'assalto Riga. Noi non sappiamo se il giovane ufficiale abbia capito il significato delle sue azioni. Ma l'allora commissario tedesco, il socialdemocratico Winnig, e il generale Von der Golz, il comandante delle truppe del Baltico, sapevano cosa stavano facendo. Essi hanno cercato di guadagnare l'amicizia dell'Intesa eseguendo lavori da mercenari contro il popolo russo. Per fare in modo che la borghesia tedesca non avesse dovuto pagare ai vincitori le indennità di guerra, hanno versato giovane sangue tedesco, che era stato risparmiato dalle pallottole della Grande Guerra, per la lotta contro il popolo russo. Noi non sappiamo che cosa Schlageter pensasse in quel periodo. Il suo leader, Medem, in seguito ha ammesso di aver marciato attraverso il Mar Baltico nel vuoto. Hanno tutti i nazionalisti tedeschi capito questo?
Al funerale di Schlageter a Monaco di Baviera, ha parlato il generale Ludendorff, lo stesso Ludendorff che ancora oggi si offre ad Inghilterra e Francia, come leader di una crociata contro la Russia. Schlageter è stato pianto dalla stampa di Stinnes. Herr Stinnes è stato commilitone negli alpini di Schneider-Creusot l'armiere assassino di Schlageter. Contro chi desiderava combattere il popolo tedesco: contro i capitalisti dell'Intesa o contro il popolo russo? Con chi desiderava allearsi: con i lavoratori russi e i contadini al fine di rompere il giogo dei capitalisti dell'Intesa o per la riduzione in schiavitù dei popoli russo e tedesco?
Schlageter è morto. Egli non può fornire la risposta. I suoi compagni d'armi hanno insultato la sua tomba per continuare la sua lotta. Essi devono fornire la risposta: contro chi e da che parte?
Schlageter andava dal Baltico alla Ruhr, non nel 1923, ma nel corso dell'anno 1920. Sapete cosa significa? Che egli ha preso parte all'attacco del capitale tedesco ai lavoratori della Ruhr; egli ha combattuto nei ranghi delle truppe il cui compito era quello di portare i minatori della Ruhr sotto il tallone dei re del ferro e del carbone. Le truppe di Waters, nelle cui fila ha combattuto, hanno sparato le stesse pallottole di piombo con le quali il generale Degoutte ha sedato i lavoratori della Ruhr. Non abbiamo alcuna ragione di credere che sia stato per questi motivi egoistici che Schlageter ha contribuito a domare i minatori che muoiono di fame.
Il modo in cui ha rischiato la vita parla a suo nome, e dimostra che egli era convinto che stava servendo il popolo tedesco. Ma Schlageter pensava che fosse meglio servire il popolo contribuendo a ristabilire il dominio della classe che lo aveva fino a quel momento condotto, e ha pagato con la sua terribile disgrazia. Schlageter considerava la classe operaia come la folla che doveva essere governata. E in questo egli ha condiviso l'opinione del conte Reventlow, che ha tranquillamente dichiarato che nessuna guerra contro l'Intesa fosse possibile fino a quando il nemico interno non fosse stato sopraffatto. Il nemico interno per Schlageter è stata la classe operaia rivoluzionaria.
Schlageter ha potuto vedere con i propri occhi i risultati di questa politica quando è tornato alla Ruhr nel 1923 durante l'occupazione. Egli ha potuto vedere che anche se i lavoratori erano uniti contro l'imperialismo francese, il popolo non poteva lottare da solo. Egli ha potuto vedere la profonda diffidenza dei lavoratori nei confronti del governo tedesco e della borghesia tedesca. Egli ha potuto vedere quanto la divisione della nazione abbia ostacolato il suo potere difensivo. Egli ha potuto vedere di più. Coloro che condividono le sue opinioni hanno denunciato la passività del popolo tedesco. Come può una classe operaia sconfitta essere attiva? Come può una classe operaia essere attiva quando è stata disarmata, e gli è chiesto di essere sfruttata da profittatori e speculatori? O potrebbe l'attività delle masse lavoratrici tedesche essere rimpiazzata dall'attività della borghesia tedesca?
Schlageter ha letto sui giornali come le persone che fingevano di essere i protettori del movimento nazionalista tedesco hanno inviato titoli all'estero in modo da potersi arricchire lasciando il paese impoverito. Schlageter certamente non poteva avere nessuna speranza in questi parassiti. Gli fu risparmiata la lettura sulla stampa di come il rappresentante della borghesia tedesca, il dottor Lutterbuck, si rivolse ai suoi carnefici con la richiesta che essi permettessero ai re del ferro e dell'acciaio di abbattere i figli della Germania, gli uomini che stavano portando avanti la resistenza nella Ruhr, con le mitragliatrici.
Ora che la resistenza tedesca, tramite il trucco scellerato del dottor Lutterbuck, e ancor più attraverso la politica economica delle classi possidenti, si è trasformata in una farsa, chiediamo alle oneste, patriottiche masse che sono ansiose di lottare contro l'invasione imperialista francese: come farete a combattere, su quale sostegno farete affidamento? La lotta contro l'imperialismo dell'Intesa è una guerra, anche se le armi tacciono. Non ci può essere guerra al fronte quando ci sono disordini nelle retrovie. Una minoranza può essere sottomessa nelle retrovie, ma non una maggioranza. La maggioranza del popolo tedesco sono gli uomini che lavorano, che devono combattere contro la povertà e che vogliono ciò che la borghesia tedesca gli sta togliendo. Se i circoli patriottici della Germania non cambiano la loro mentalità facendo della causa della maggioranza della nazione la loro stessa causa, creando un fronte contro l'Intesa e il capitale tedesco, allora il percorso di Schlageter è stato un percorso nel nulla, e la Germania, a fronte dell'invasione straniera, e della perpetua minaccia dei vincitori, sarà trasformata in un campo di sangue dai conflitti interni, e sarà facile per il nemico sconfiggerla e distruggerla.
Quando, dopo Jena, Gneisenau e Scharnhorst si sono chiesti come il popolo tedesco poteva essere sollevato dalla sua sconfitta, si sono detti: soltanto rendendo i contadini liberi dalla loro sottomissione e schiavitù. Solo la libertà dei contadini tedeschi poteva porre le basi per l'emancipazione della Germania. Ciò che i contadini tedeschi hanno significato per il destino della nazione tedesca, all'inizio del XIX secolo, la classe operaia tedesca significa all'inizio del XX secolo. Solo con essa la Germania potrà essere liberata dalle catene della schiavitù - non contro di essa.
I compagni di Schlageter hanno parlato di guerra sulla sua tomba. Essi hanno giurato che continueranno la lotta. Essa doveva essere condotta contro un nemico che era armato fino ai denti, mentre la Germania era disarmata e battuta. Se si parla di guerra essa non deve rimanere una parola vuota, se essa non consiste di colonne di bombe che fanno saltare i ponti, ma non il nemico; che fanno deragliare i treni, ma non possono bloccare i convogli blindati dei capitalisti dell'Intesa, allora una serie di condizioni devono essere soddisfatte.
Il popolo tedesco deve rompere con coloro che non solo lo hanno portato alla sconfitta, ma che perpetuano nella sconfitta e nella mancanza di tutele per il popolo tedesco trattandolo come un nemico. Ciò esige una rottura con quelle persone e quei partiti che agiscono sulle altre persone come teste di Medusa, mobilitandoli contro il popolo tedesco. Solo quando la causa tedesca diventerà la causa del popolo tedesco, solo quando la causa tedesca diventerà la lotta per i diritti del popolo tedesco, il popolo tedesco troverà i suoi alleati. Una potente nazione non può durare senza amici, tanto più una nazione che è sconfitta e circondata da nemici.
Se la Germania vuole essere nella condizione di combattere, essa deve creare un fronte unito dei lavoratori, e i lavoratori intellettuali devono unirsi con i lavoratori manuali e formare una solida falange. La stessa condizione dei lavoratori intellettuali rivendica questa unione. Solo vecchi pregiudizi si frappongono. Unita in una vittoriosa classe lavoratrice, la Germania sarà in grado di attingere a grandi risorse di resistenza e sarà in grado di rimuovere tutti gli ostacoli. Se la causa del popolo diventa la causa della nazione, allora la causa della nazione diventerà la causa del popolo. Uniti in una combattiva nazione di lavoratori, si otterrà l'aiuto di altri popoli che sono anche loro in lotta per la loro esistenza. Chi non è disposto a lottare in questo modo è capace di gesti di disperazione, ma non di una lotta seria.
Questo è ciò che il Partito Comunista Tedesco e l'Internazionale Comunista ha da dire sulla tomba di Schlageter. Esso non ha nulla da nascondere, perché solo la verità completa può penetrare nella sofferenza, internamente alle masse disintegrate della Germania. Il Partito Comunista Tedesco deve dichiarare apertamente alle masse dei nazionalisti piccolo-borghesi: chi sta lavorando al servizio dei profittatori, degli speculatori, e dei magnati del ferro e del carbone per schiavizzare il popolo tedesco guidandolo in avventure disperate incontrerà la resistenza dei lavoratori comunisti tedeschi, che si opporrà alla violenza con la violenza. Chiunque, per mancanza di comprensione, si alleerà con i mercenari del capitale verrà da noi combattuto con tutti i mezzi a nostra disposizione.
Ma noi crediamo che la grande maggioranza delle masse sensibili alla problematica nazionale non appartenga al campo del capitale, ma a quello dei lavoratori. Noi vogliamo trovare, e lo troveremo, il percorso di queste masse. Faremo tutto quanto in nostro potere per rendere gli uomini come Schlageter, che sono disposti ad andare a morire per una causa comune, non vagabondi nel nulla, ma erranti in un futuro migliore per tutta l'umanità; affinché essi non debbano versare il loro caldo, disinteressato sangue per il profitto dei baroni del carbone e del ferro, ma per la causa del grande popolo dei lavoratori tedeschi, che è un membro della famiglia dei popoli che lottano per la loro emancipazione.
Questa verità il Partito Comunista la dichiarerà alle grandi masse del popolo tedesco, perché non è un partito in lotta per un tozzo di pane nel nome dei lavoratori industriali, ma un partito del proletariato in lotta per la sua emancipazione, un'emancipazione che è identica all'emancipazione di tutto il popolo, di tutti coloro che faticano e soffrono in Germania. Schlageter non può ascoltare questa dichiarazione, ma noi siamo convinti che ci sono centinaia di Schlageters che vorranno ascoltarla e capirla.

(ns. trad. di Karl Radek, Leo Schlageter. The Wanderer into the Void, intervento al plenum del Comitato esecutivo dell'Internazionale comunista, giugno 1923, in "Marxists Internet Archive", http://www.marxists.org/archive/radek/1923/06/schlageter.htm)

Nessun commento:

Posta un commento