venerdì 19 febbraio 2010

La funzione del KAPD (Partito Comunista Operaio di Germania) nelle lotte del '20 in Germania (1997), di Precari Nati

E' necessario, prima di analizzare l'evoluzione e le posizioni politiche del KAPD, tener presente un fattore determinante che ha caratterizzato qualsiasi movimento di questo partito: il fatto di essersi costituito avendo fine immediato la Rivoluzione. Questa scelta, che in sostanza è la prima differenziazione di analisi nei confronti dei partiti comunisti ufficiali, sarà il fulcro per la costruzione di tutto il movimento del comunismo di sinistra non solo a livello tedesco, ma a livello internazionale. Nel 1919, inizia infatti uno sforzo di questi embrioni di organizzazioni al fine di esaminare a livello più complessivo la situazione venutasi a creare nelle varie nazioni o, in ultima analisi, potere trarre a livello di intervento nazionale il maggiore numero di indicazioni determinate (assieme alle indicazioni interne della nazione stessa) dal confronto con le altre realtà. E' in questo senso che si apre la conferenza di Amsterdam il 3 febbraio 1920 con la presenza dei seguenti gruppi: American Comunist Party, Shop Stewards (Britannici), British Comunist Party, Worker's Socialist Federation (GB), KAPD, Gruppo Comunista Belga, Partito Comunista Olandese. Fu questa l'assemblea che determino ufficialmente l'esistenza all'interno dell'Internazionale Comunista di una corrente di sinistra che impostava il proprio lavoro in prospettiva dell'immediatezza della rivoluzione e di conseguenza un netto rifiuto di tutte le istituzioni borghesi e riformiste (Parlamento e sindacati). Per quanto riguarda il PCd'I (Partito comunista d'Italia) tale raggruppamento pur avendo una posizione estremista dovuta dall'apporto di una numerosa e proficua corrente di comunisti intransigenti (Bordiga, Damen...) rimarrà legata agli ordini della terza internazionale e in nome della disciplina rinuncerà alle sue parole d'ordine intransigenti (Lotta contro i centristi e i democratici e rifiuto del parlamentarismo). L'altro aspetto importante per comprendere fino in fondo la realtà del periodo in cui il KAPD si mosse è quel meccanismo di realizzazione che il capitalismo in quegli anni mise in atto con l'immediata conseguenza, a livello di fabbrica: di declassare l'operaio qualificato e specializzato a favore dell'operaio massa, dequalificato. E' in questo contesto che la KAPD cresce e si fornisce di quadri militanti. Da qui possiamo notare i contrasti di fondo fra la KPD (Partito comunista ufficiale) e il KAPD. Nel culmine dell'Azione di Marzo durante le azioni rivoluzionarie, gli operai specializzati rimasero chiusi in una strenuante difesa delle "loro" fabbriche, mentre gli operai dequalificati agirono all'esterno di essa, già decisi allo scontro duro contro il capitale. Il dramma della KAPD consisteva essenzialmente in questa contradidzione, esso possedeva la coscienza e portava i lavoratori non qualificati e i disoccupati a lottare per il comunismo in un momento in cui tuttavia il proletariato mondiale non conosceva la forza sufficiente per scatenare una battaglia mondiale per il comunismo. La razionalizzazione capitalista aveva messo in moto un processo in virtù del quale le vecchie organizzazioni politiche del movimento operaio, fondate sugli operai qualificati d'azienda si decomponevano lentamente nella misura in cui questo tipo di figura sociale politica diventava non più preponderante e al suo posto cominciava a diventare necessaria l'organizzazione del movimento poggiante sulla nuova figura dell'operaio massa. Questa inadeguatezza del movimento comunista alla nuova realtà sociale fa sì che la politica del partito si trasformi da riflesso dei bisogni delle masse che compongono l'ossatura del partito; si trasformi cioè in ideologia dottrinaria con il risultato di lottare per un reinserimento della figura dell'operaio qualificato al centro della produzione dunque con il proporre un obiettivo arretrato, una sorta di regressione. Tutto ciò ci permette di capire la scelta del comunismo di sinistra di fondare un nuovo partito che (si badi bene, non del tutto cosciente di questo processo di razionalizzazione capitalistica), proponendo come obiettivo la lotta rivoluzionaria contro tutti gli aspetti della vita sociale dunque contro il capitale per intero, finisce per scavalcare il piano capitalista e dunque propone obiettivi nei quali questa nuova figura sociale dell'operaio massa (proveniente in parte dal sottoproletariato disoccupato in parte da ex-quadri qualificati) finisce con l'identificarsi. Il KAPD nasce con la precisa convinzione che il suo compito sarà, nel breve periodo, quello di rendere oggettiva la possibilità della rivoluzione mondiale cosciente nel soggetto proletario tedesco. Si mettevano in luce le contraddizioni capitale lavoro e la contrapposizione tra borghesia e proletariato, tali rapporti non potevano essere risolti per il KAPD tranne mettendo in discussione il sistema capitalista ormai sulla via della distruzione. Tale visione fu tuttavia smentita, il capitalismo avrebbe dimostrato, di là a qualche anno, di sapersi riorganizzare, dandosi una struttura all'interno della quale la classe operaia non avrebbe avuto il ruolo di interlocutore attivo nel processo capitalista che aveva in precedenza, ma sarebbe stata ridotta ad una massa informe di idioti: il fascismo. Nel periodo in cui il KAPD tiene il suo primo congresso la situazione in cui versa l'economia tedesca è disastrosa, a livello politico si cerca una ulteriore barriera (La Polonia era una) tra la Russia e l'Europa occidentale. Anche l'organizzazione del proletariato non si può dire che viva i periodi migliori. A livello di fabbrica infatti la classe operaia è divisa in varie correnti:
SPD di tendenza socialdemocratica. Fautori del più bieco parlamentarismo e sindacalismo. Il loro fine strategico era la nazionalizzazione delle industrie che passava tatticamente attraverso l'azione parlamentare e sindacale.
L'USPD e il KPD. Le loro posizioni politiche erano tese al fatto che gli operai avrebbero dovuto impossessarsi dei sindacati per farli funzionare in modo rivoluzionario.
Gli anarcosindacalisti: i sindacati rappresentano, per loro, la migliore organizzazione per la gestione economica della società socialista. Loro scopo era di estendere il più possibile queste organizzazioni; nel 1920 il sindacato anarcosindacalista tedesco FAUD contava circa 200.000 membri.
L'ultima corrente, che non possiamo classificare con un nome preciso, ma che però esiste nel '20 all'interno della classe operaia tedesca, è quella che fa riferimento alla costruzione delle organizzazioni rivoluzionarie di fabbrica. Queste organizzazioni, che in un primo tempo furono completamente scollegate fra loro, dopo un opposizione spontanea verificatesi nelle lotte dei minatori del '19, trovano un momento organizzativo comune sotto il nome di AAUD. L'AAUD formulavano un'unità strategica che si poggiava sulla distruzione dei sindacati e dal rifiuto del parlamentarismo, mentre la tattica d'intervento era decisa dalle singole unioni, tutto questo per quanto riguarda le organizzazioni di fabbrica. Dopo la fallita insurrezione del '19 e la morte della Luxemburg all'interno del KPD si acutizzarono gli scontri per quel che riguardava l'opportunità di continuare a lavorare all'interno dei sindacati e di partecipare alle elezioni. La volontà della base di questo partito si espresse chiaramente contro queste posizioni riformiste, lo dimostrò il fatto che al congresso dove si decise se partecipare o no alle elezioni del governo provvisorio di Ebert la centrale del KPD si trovò completamente sola rispetto alla propria base chiaramente contro il parlamento e giudicò questa presa di posizione apolitica permettendo in questo modo di consolidare il potere borghese. La stessa presa di posizione si verificò anche in riferimento ai sindacati. La direzione insisteva sull'entrismo, mentre la base gridava: "Uscite dai sindacati! Aderite alle organizzazioni di fabbrica! Formate consigli operai!". Anche il KPD patì una sconfitta. La maggior parte delle sue sezioni rifiutarono di applicare le sue istruzioni. La direzione decise di mantenere le proprie posizioni al prezzo dell'esclusione della maggioranza dei suoi membri; essa fu sostenuta dal partito russo e dallo stesso Lenin, che nell'occasione redasse il suo nefasto opuscolo L'estremismo malattia infantile del comunismo. Questo opuscolo qualificava "anarchiche" le posizioni della sinistra comunista, accusando esplicitamente i membri della sinistra tedesco olandese (Gorter, Pannekoek...) ed i membri della sinistra italiana (Bordiga). Questa operazione si fece al congresso di Heidelberg (1919) in cui, con diverse macchinazioni, la direzione arrivò ad escludere in modo "democratico" più della metà del partito. Ormai il KPD era libero di condurre la sua politica parlamentare e sindacale; l'esclusione dei rivoluzionari gli permise di unirsi un po' più tardi (1920) con una parte di socialdemocratici di sinistra. Tale questione si verifico anche nel Partito Comunista d'Italia, facendo confluire nel medesimo partito massimalisti e socialisti di sinistra e comunisti; nel caso italiano la direzione (Comunisti intransigenti con a capo Bordiga) abdicarono alle loro posizioni radicali per sottostare ai dettami del partito russo. Questa questione creerà uno spartiacque tra la sinistra comunista tedesca e quella italiana rispetto al ruolo del partito bolscevico in Russia e nella composizione dei partiti comunisti nel mondo. Nello stesso tempo il KPD perdeva i suoi elementi più combattivi e doveva sottomettersi incondizionatamente alla volontà di Mosca. Sono senz'altro questi i motivi che permetteranno la costituzione del KAPD, formato da operai e disoccupati rivoluzionari esclusi dal KPD e da quadri che si riconoscevano nell'area rivoluzionaria. Esso si collego fin dall'inizio con la Terza Internazionale, nonostante, come vedremo in seguito, le proprie posizioni politiche fossero già in contrasto sia con la linea leninista sia con quella del partito bolscevico. Tuttavia questa relazione subisce un brusco rallentamento quando un militante della KAPD si reca in Russia. Questo militante è O. Rühle, uno dei fondatori del partito ma fautore di un assoluto spontaneismo. Questi constaterà ben presto che la Russia bolscevica voleva annullare tutte le opposizioni della sinistra comunista e anarchiche. I consigli operai in Russia erano gestiti dalla burocrazia sotto il più rigido controllo del partito. Per O. Rühle contrariamente a Mosca, "la rivoluzione non è affare di partito" famoso articolo del medesimo comparso sulla rivista tedesca "Die Aktion" nel 1920, la KAPD non era un organizzazione autoritaria, i capi non erano dei superiori militari e le masse non erano un esercito condannato all'obbedienza cadaverica, la dittatura del proletariato non era il dispotismo di una minoranza, il comunismo non era il trampolino per l'insediamento di una borghesia sovietista. Le valutazioni di O. Rühle tuttavia non furono accettate da tutta la KAPD, che pur avendo contro l'Internazionale e il KPD decise di fare il possibile per rimanere interno all'Internazionale, sperando di creare una corrente estremista all'interno. O. Rühle invece romperà definitivamente con la Terza Internazionale e più in generale con la forma partito andando a favorire la costituzione dell'AAUD-E (Organizzazione Unitaria) che proponeva un organizzazione complessiva del proletariato, rompendo con il dualismo organizzativo (Partito-sindacato, partito-organizzazione di fabbrica, questione politica-aspetto economico), si formalizzava una delle prime esperienze di autonomia operaia "organizzata". Questa diminuzione di contrasti tra la KAPD e la Terza Internazionale però si rivelò effimera, furono sufficienti la repressione del partito bolscevico a Kronstadt, e la condanna all'Opposizione Operaia della Kollontaj e della stessa Azione di Marzo, per stroncare qualsiasi rapporto tra bolscevichi e KAPD. Si giunge così nel 1921, che possiamo definire l'ultimo anno in cui il proletariato sfreccia i suoi attacchi più violenti contro il capitale. Giunge quindi il momento e possiamo dire vitale del KAPD, infatti se ormai la rivolta di Kronstadt era stata completamente soffocata, si giudicava ancora possibile un'azione rivoluzionaria all'interno della Germania, in questa ottica si svilupperà l'Azione di Marzo. Ci sembra inutile analizzare cronologicamente questa azione, è invece importante sottolineare la caratteristica di base che essa ha avuto. Gli operai stessi si erano organizzati, rifiutando la legge che chiedeva la deposizione delle armi, in squadre armate fronteggiarono in prima persona gli attacchi militari che la polizia sferrava nei loro confronti. Perché fallì questa azione? Senz'altro la causa principale fu quella di avere un proletariato non sufficientemente identificabile nel senso degli interessi immediati. La divisione che si aveva prima fra operaio massa e operaio qualificato non poteva considerarsi un qualcosa di fittizio, ma bensì andava usata in un contesto di processo capitalistico. In breve la società borghese non aveva esaurito ancora tutte le sue funzioni. Il KAPD che fu l'unico partito che si fece carico fin in fondo di questa azione era ormai in una situazione di involuzione; un'organizzazione destinata a ricrearsi continuamente nella lotta rivoluzionaria, tende, d'ora in avanti, a diventare intelaiatura scheletrica, formata in massima parte da militanti anziani e intellettuali. Questo dimostrerà l'involuzione numerica dell'ultra sinistra tedesca passata da parecchie centinaia di migliaia nel '20-'21 a qualche centinaia al momento della presa del potere di Hitler.

(Precari Nati, La funzione del KAPD (Partito Comunista Operaio di Germania) nelle lotte del '20 in Germania, "Altra Storia. Bollettino dell'Archivio Storico del Centro di Documentazione di Genova Pegli", n. 3, novembre 1997; riprodotto anche in "Left Wing Communism", http://www.left-dis.nl/index.htm)

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