mercoledì 17 febbraio 2010

Un antefatto: il Bureau di Amsterdam (1974), di Enzo Rutigliano

Dopo il I Congresso dell'Internazionale Comunista il Comitato Esecutivo appena eletto decise che bisognava rompere l'isolamento nell'Europa Occidentale e in America e pensò di creare un apposito ufficio che si incaricasse di organizzare la propaganda, studiare i problemi specifici e mantenere i collegamenti.
La scelta dell'ubicazione cadde su Amsterdam per la facilità delle comunicazioni con l'America e gli altri paesi dell'Europa Occidentale che da lì potevano essere mantenute ma, anche, perché l'Olanda di quel periodo rappresentava il paese con il gruppo comunista più chiaramente definito formato da "tribunisti"(1) che, primi in Europa, avevano fondato un partito comunista nel novembre 1918.
Rutgens, ingegnere comunista olandese viene chiamato a Mosca per studiare la cosa e il 5 novembre 1919 fa ritorno ad Amsterdam con il seguente mandato:
1) Stabilire un centro di propaganda comunista, pubblicare un giornale ed opuscoli in tre lingue.
2) Entrare in relazione con vari gruppi e partiti comunisti dell'Europa occidentale e dell'America.
3) Organizzare nel minor tempo possibile una conferenza comunista.(2)
Rutgens si mise immediatamente al lavoro e organizzò la pubblicazione di un bollettino (del quale uscirono solo i primi due numeri nel febbraio e nel marzo 1920) in francese, inglese e tedesco che avrebbe dovuto raccogliere e diffondere le informazioni e le situazioni del movimento comunista nei diversi paesi e la formazione di un archivio di tutta la pubblicistica comunista dallo scoppio della rivoluzione russa in poi.
Con la creazione del Bureau di Amsterdam, insieme al Segretariato di Berlino creato nello stesso periodo(3) si volevano creare le strutture di collegamento per radicare la Terza Internazionale in Europa Occidentale in vista della rivoluzione imminente in occidente la cui possibilità e necessità per la sopravvivenza della stessa rivoluzione russa erano a quel tempo esplicitamente ammesse dai bolscevichi.
Tra i compiti immediati del Bureau di Amsterdam ma anche del Segretariato di Berlino era quello - come si è detto - d'indire una Conferenza Internazionale Comunista e fu per primo quest'ultimo che cominciò ad organizzarla con il seguente ordine del giorno, da tenersi in Germania:
1) Relazione sulla situazione di ciascun paese fatta dai delegati dei paesi stessi.
2) Situazione internazionale.
3) Tattica da seguire nella lotta rivoluzionaria del proletariato.
4) Organizzazione.
Il Segretariato di Berlino elaborò anche delle tesi politiche il cui orientamento rifletteva le posizioni moderate di Paul Levi e tendenti in primo luogo a negare le possibilità reali, almeno nel breve periodo, della rivoluzione proletaria in occidente e in particolare in Germania, e in secondo luogo all'uso dei parlamenti e dei sindacati.(4) Avutane notizia, il Bureau di Amsterdam decise di partecipare preparando, a sua volta, alcuni documenti politici tra cui le Proposte e Tesi per una Conferenza Comunista Internazionale.(5)
Le cinque tesi e i relativi chiarimenti sembrano a prima vista accettare il punto di vista dell'esecutivo (circolare Zinoviev) sull'uso rivoluzionario dei parlamenti borghesi, ma ad un più attento esame, esse introducevano un elemento nuovo di importanza capitale: "man mano che la produzione capitalistica si disgrega e la situazione diviene più nettamente rivoluzionaria, l'azione parlamentare perde in importanza rispetto all'azione diretta delle masse (...). In questa circostanza, la classe operaia che si accinge ad organizzare la propria forza nei Consigli, potrà rinunciare ad ogni azione parlamentare.(6)
Inoltre, nelle stesse tesi, il Bureau di Amsterdam, difenderà esplicitamente la Sinistra tedesca della KPD che in quei mesi era vittima delle persecuzioni di Paul Levi (culminate qualche mese più tardi con l'espulsione dal partito) che intendeva capovolgere la posizione astensionista che il partito si era data al momento della sua costituzione contro le posizioni della minoranza della quale facevano parte oltre allo stesso Levi, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
Conseguentemente alla linea politica espressa dianzi, le tesi prendevano posizione anche sulla questione delle autonomie tattiche dei vari partiti comunisti ribadendo che:
"(...) non spetta ad un congresso internazionale stabilire se un paese si trova in una situazione rivoluzionaria. Ai comunisti di ciascun paese spetta decidere questo! La rivoluzione proletaria non si sviluppa in tutti i paesi come un movimento d'insieme. (...) Un congresso internazionale può fissare la tattica solo a grandi linee. Spetta ai comunisti di ciascun paese trarre le conseguenze per la pratica della lotta".(7)
Anche questa presa di posizione, come si può arguire, era in netto contrasto con l'orientamento dell'Internazionale Comunista fondata sul principio della più rigida centralizzazione. Le tesi sulla questione dei sindacati erano ispirate allo stesso principio che animava le tesi sulla questione del parlamentarismo e, pur accettando la necessità dei sindacati come organizzazioni difensive della classe operaia denunciavano l'estremo grado di burocratizzazione da essi raggiunto nei paesi capitalistici avanzati dell'occidente.
"L'organizzazione sindacale diviene talvolta nelle mani di questi ultimi (i dirigenti burocrati) un organo del padronato per impedire o soffocare gli scioperi. (...) Essi cercano di rafforzare il sistema capitalistico invitando gli operai ad aumentare l'intensità del lavoro e si oppongono violentemente ad ogni attività rivoluzionaria delle masse".(8)
Come si vede, nihil su sole novi! Da questa analisi comunque discende come conseguenza diretta la lotta contro i sindacati burocratizzati attraverso correnti di opposizione comunista all'interno prima, e con la formazione di nuove organizzazioni poi; indicando anche, laddove esistevano, di appoggiare le organizzazioni di sindacalisti rivoluzionari quali gli IWW in America e gli Shop Stewards in Inghilterra.
Un altro punto importante del documento indicava quale unico compito del sindacato nella società socialista, la regolamentazione interna del lavoro, svalutandone così drasticamente il ruolo a vantaggio dei consigli di fabbrica ai quali sarebbe spettato il nucleo centrale della nuova organizzazione sociale: "La base dell'edificazione di tutto il sistema amministrativo e politico, è l'unione degli esseri umani nel processo di produzione".(9)
Questo motivo del ruolo spettante ai sindacati nella costruzione del socialismo sarebbe scoppiato, qualche anno dopo, al terzo congresso mondiale della Internazionale, con la relazione fatta da Alessandra Kollontaij che portava nel congresso l'eco della forte opposizione degli operai dei sindacati alla militarizzazione del lavoro voluta da Trotsky.
Possiamo dunque individuare in queste tesi del Bureau di Amsterdam la prima trattazione di quei motivi di opposizione di sinistra all'interno dell'Internazionale Comunista che, più tardi nella KAPD avrebbero trovato più ampia trattazione e più articolata teorizzazione grazie soprattutto all'opera teorica di Hermann Gorter.

Note
(1) Il Partito Operaio Socialdemocratico Olandese (SDAP) si era scisso e l'estrema sinistra, attorno alla rivista "Die Tribune", antiparlamentarista e antisindacalista era stata espulsa. Il Gruppo Tribunista del quale facevano parte Gorter, Pannekoek, H. Roland-Holst nel 1909 si organizzò nel Partito Socialdemocratico (SDP) che allacciò rapporti amichevoli coi sindacalisti olandesi. I Tribunisti furono espulsi anche dalla Seconda Internazionale nella riunione del 9.11.1909 con una risoluzione che provocò l'intervento energico in loro favore di Lenin. La parabola politica dei tribunisti sfociava, il 18 nov. 1918, nella costituzione, per primi in Europa, del Partito Comunista Olandese.
(2) Articolo apparso sull'"Ordine Nuovo", n. 43 dell'aprile 1920 senza firma ma attribuibile a Henriette Roland-Holst poiché appare, firmato da lei, nello stesso periodo, su "Le Phare".
(3) Il Segretario di Berlino fu voluto esplicitamente da Lenin che ne affidò la costituzione al comunista bavarese Thomas aiutato dalla stesso Radek, allo scopo di mantenere i contatti tra l'Internazionale Comunista e la Germania; esso fu sin dall'inizio sotto la diretta influenza di Levi e del suo gruppo. Il gruppo direttivo, formato da Thomas col sistema della cooptazione si componeva infatti, oltre dei già citati Thomas, Levi e Radek, di Thalheimer, Bronsky, E. Fuchs e Willy Münzenberg.
(4) Si confronti la relazione tenuta da Levi durante la conferenza segreta tenuta a Francoforte dall'ala destra e dal centro della KPD durante la quale, proprio sulla base di tale relazione, si decide di espellere la Sinistra al prossimo Congresso che si sarebbe poi, effettivamente tenuto ad Heidelberg.
(5) Confrontare il "Bulletin of Provvisional Bureau im Amsterdam of the Communist International", February 1920, n. 1, pp. 1-4; tesi riportate nell'appendice documentaria del presente lavoro. Esse furono anche pubblicate su "Comunismo", marzo-aprile 1920, n. 13, pp. 898-906, ma indicate come risoluzioni della Conferenza e prive dei chiarimenti alle tesi sul parlamentarismo chiaramente in contrasto con l'indirizzo elezionista di Serrati.
(6) Ibidem; tesi n. 4, Lenin, nella sua critica all'ultra-sinistra olandese farà riferimento proprio a queste tesi del B.diA.
(7) Ibidem: Chiarimenti sulla questione del parlamentarismo.
(8) Ibidem: Chiarimenti sulla questione del parlamentarismo.
(9) Ibidem: Chiarimenti sulla questione del parlamentarismo.

(tratto da Enzo Rutigliano, op. cit., pp. 17-20 e 265n-266n)

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