Il KPD(O)
L'insieme della sinistra non si pronuncia immediatamente per la scissione definitiva. Prima di formare il KAPD, l'opposizione si raggruppa successivamente intorno a tre centri: Amburgo, Brema e Berlino.
Amburgo, punto di riferimento dell'opposizione dopo Heidelberg, spinge verso la creazione immediata di un secondo PC. Ma è proprio in questo periodo che Wolffheim e Laufenberg cominciano a sviluppare il loro "nazional-bolscevismo". Gli avversari di sinistra gli rimprovereranno di aver dato vita a questa corrente (Cfr. "L'Internationale Communiste", n. 11). I compagni di Amburgo, come ricorda Gorter nella sua Risposta a Lenin, vengono rapidamente messi alle corde. E' Brema a incaricarsi dell'ufficio d'informazione dell'opposizione. Questo ufficio rappresenta in questa fase la maggioranza della sinistra: è contrario ad una scissione e compie vari tentativi per far valere i diritti dei settori di opposizione all'interno della centrale, che regolarmente non li rispetta. Esso non si rende conto che Levi e la direzione manovrano esclusivamente per espellere la sinistra dal partito, incuranti del fatto che questa costituisca la maggioranza del partito stesso. Anche la sinistra si illude, credendo che l'IC si pronuncerà in suo favore. E' in questo spirito che l'ufficio invia dei rappresentanti al terzo congresso del KPD, proponendo perfino degli emendamenti alle tesi di Heidelberg. Il congresso si pronuncia nuovamente a favore del fatto che i gruppi che non accettano le tesi in quanto tali, debbono essere espulse: vale a dire quelli del nord, del nord-ovest, della bassa Sassonia, della grande Berlino e della Sassonia orientale. Un mese dopo, tenuto conto anche dell'atteggiamento della centrale durante il putsch di Kapp, il KPD (Opposizione) perde la speranza di essere reintegrato nel partito. Il gruppo di Berlino, diretto da Gorter, Schröeder, ecc. cioè dalla futura direzione del KAPD, prende l'iniziativa di indire una conferenza di tutta l'opposizione.
La fondazione del KAPD
I delegati al congresso (4-5 aprile) rappresentano 38.000 militanti; altri gruppi si aggiungeranno al nuovo partito dopo la sua fondazione. Il KAPD comprende dunque la quasi totalità del KPD, con un'analoga composizione sociale (tutti i vari settori della classe operaia, con una predominanza dei giovani e dei disoccupati). Benché vi siano tre tendenze (Berlino, Amburgo e Dresda), l'atmosfera è particolarmente "calorosa", e i congressisti hanno l'impressione di partecipare a qualcosa di completamente nuovo.(1) La rottura con lo spartachismo rappresenta la rottura definitiva con la socialdemocrazia. Le tendenze vengono riconosciute come tali e il presidium del congresso comprende un rappresentante per ciascuna di esse.
In realtà, non si tratta di una scissione nei confronti di un'organizzazione già esistente (malgrado l'apparenza contraria data dal gioco delle sigle, come se il KAPD fosse una scissione del KPD), ma dell'autorganizzazione, in piena fase rivoluzionaria, di una nuova corrente che rifiuta l'eredità del passato rappresentata dalla direzione spartachista; quest'ultima è ridotta ad un puro scheletro finanziato da Mosca, finché non si unirà l'ala di sinistra dell'USPD. L'entusiasmo dei membri del KAPD è simile a quello dei primi fondatori delle confraternite, unioni, leghe operaie del XIX secolo. Queste innovazioni e questa vitalità - che faranno dire a Rühle che "il KAPD non è un partito nel senso tradizionale del termine" - si esprimeranno in modo eloquente nella vita interna dell'organizzazione.
Il KAPD si afferma come "partito delle masse", a differenza del KPD, "partito di capi", che utilizza le masse per i propri fini politici. In quel periodo, il KAPD rappresenta la maggior parte del partito comunista e le masse rivoluzionarie. Appena un anno più tardi, la polemica sembra rovesciarsi, quando il KPD, divenuto VKPD si trasforma in "partito di massa" (Massenpartei, mentre il KAPD si considera Partei der Massen) e il KAPD lo critica per questa ragione al terzo congresso dell'IC. In realtà si potrebbe parlare di rovesciamento di posizioni solo nel caso in cui il KAPD abbandonando la posizione "massa" - all'interno della contrapposizione massa/capo - fosse passata alla posizione "capo". Un "partito di massa" è, al contrario, un "partito di capi".
Terreno favorito della sinistra tedesca, dalla sua nascita alla sua morte, il dibattito massa/capi, nato dal trauma prodotto dal "tradimento dei capi" del 1914, è particolarmente ozioso. Esso fa parte di quel tipo di contrapposizioni, nell'ambito delle quali il termine positivo trova la sua ragion d'essere in quello negativo e viceversa. Lo stesso si verifica, per un argomento analogo, nella contrapposizione centralismo/federalismo. Al tradimento dei capi si contrappone la libera attività delle masse. Ma finché le masse rimangono "masse", vale a dire finché il proletariato non si costituisce in classe, esse produrranno dei capi: e parlare di masse è un linguaggio tipico dei capi.
Gorter è più preciso quando sviluppa la sua posizione sul partito, inteso come un raggruppamento di "puri" che non cadono nell'opportunismo: ma questa è una visione legata soprattutto a fasi di reazione. La concezione di Gorter e del KAPD sono accomunate dal loro confusionismo, poiché il partito delle "masse rivoluzionarie" si trasforma necessariamente in un piccolo gruppo, quando queste masse non sono più rivoluzionarie. E' vero anche che la sinistra pecca di educazionismo: una costante della Terza Internazionale, propagandata da Lenin, tendente a sostituire l'"ideologia socialista" con l'"ideologia borghese" degli operai, e di cui la sinistra tedesca non riesce a disfarsi.(2)
La maggioranza (Berlino) rifiuta il nazional-bolscevismo, ma fa un compromesso provvisorio con la tendenza di Rühle che vuole abolire immediatamente la forma di partito. E' per questo che nel programma si legge: "Il KAPD non è un partito nel senso tradizionale". E' questa la tesi che Rühle presenta nel suo La rivoluzione non è un affare di partito!, scritto quando era ancora nel KAPD.
La discussione sugli statuti tende ad "individuare la forma che permetta alla volontà delle masse di esprimersi". In un altro contesto, si può paragonare questo atteggiamento con quello di Lenin nel 1913, quando quest'ultimo ricercava una forma di statuto in grado di sbarrare la strada all'opportunismo del partito. Queste discussioni formali sono caratteristiche di tutto questo periodo rivoluzionario, a livello mondiale, insieme al dibattito sulla democrazia e sull'apporto della coscienza agli operai da parte degli intellettuali. Molto rare sono le correnti, o meglio gli individui che sfuggono a questa caratteristica. La tendenza è così forte che persino coloro che avevano criticato, per esempio, il feticismo organizzativo, in seguito ricadono nell'errore: lo stesso Trotskij, che ha aderito al leninismo dopo il 1917. Democrazia, feticismo organizzativo e illuminismo sono tipici dell'ideologia borghese.(3)
Queste idee e pratiche politiche sono il riflesso dell'evoluzione del rapporto tra le classi nella società borghese, che porta alla crisi rivoluzionaria della fine della guerra. La piccola borghesia, spesso minacciata quanto gli operai dalla modernizzazione del capitale, scende in lotta a suo modo, considerandosi come l'unica al mondo, e priva della prospettiva del comunismo. In Russia la frazione più radicale di questa classe, unita al proletariato, assume il potere. Anche l'occidente conosce i problemi legati all'evoluzione e alla riorganizzazione dei gruppi sociali. Anche i movimenti più estremisti portano il segno dell'epoca.
La storia molto breve del KAPD mette chiaramente in luce come lo stesso tipo di statuto sia stato applicato a due orientamenti completamente opposti: inizialmente alla vita effettiva di un'organizzazione rivoluzionaria, in seguito alla sua decomposizione. Si può dire che questi statuti fossero estremamente democratici; è più importante constatare però, che durante tutto il periodo che va dalla fondazione del KAPD nel marzo del '20 all'estate del '21, essi sono stati l'espressione fedele di un'organizzazione in cui non esisteva una "base", secondo la formula tradizionale: ogni membro sapeva quel che doveva fare, e non stava nel KAPD per ricevere degli ordini e farsi dettare la propria condotta. I congressi e le varie riunioni generali erano molto frequenti. Non c'era un comitato centrale investito di tutti i poteri per un periodo indeterminato: c'era, da un lato, un comitato di gestione degli affari correnti (Geschäftsführung) e dall'altro un "comitato centrale" (Hauptausschuss) che si riuniva ogni volta che bisognava prendere delle decisioni importanti e che, a differenza delle altre organizzazioni, ogni volta, per la maggior parte, veniva rieletto dai vari gruppi locali; esso comprendeva il comitato permanente di gestione e alcuni delegati inviati dai vari gruppi. Si può dire che la linea da seguire, fosse decisa permanentemente dall'insieme del partito, il che testimonia dell'enorme forza presente nel KAPD; è solo per recuperare tale forza che l'IC tollerava la presenza di questo partito, che non ha mai cessato di attaccare apertamente e violentemente il suo opportunismo. Nel suo periodo migliore, all'interno del KAPD si è attuato ciò che Bordiga definiva come "centralismo organico".
Quando ebbe inizio il periodo di decomposizione del KAPD, gli stessi statuti - resi più complessi, a partire dal momento in cui non erano più la semplice formalizzazione di una pratica reale - vennero utilizzati per coprire tutte le manovre della lotta di tendenza.
Ognuno tenta a suo modo di sfuggire al feticismo organizzativo. Secondo Gorter: "L'organizzazione, l'unione, sono legate all'impresa, di conseguenza ci sarà sempre da temere che ostacolino la rivoluzione, al fine di ottenere piccoli miglioramenti, di conquistare un potere solo apparente".(4) Ma ognuno denuncia il feticismo degli altri. Mattick scrive che il KAPD "sembrava più bolscevico dei bolscevichi stessi"(5) per la sua salvaguardia della purezza rivoluzionaria. Sia il KAPD che il PCd'I mescolano insieme una sopravvalutazione del ruolo del partito (composto da elementi radicali che riuscivano a difendersi dall'accerchiamento capitalistico grazie alla forza dei principi), con una sopravvalutazione delle organizzazioni operaie (organizzazioni unitarie nel primo caso, sindacati nel secondo). Il meccanismo di pensiero e la pratica sono, in fondo, molto simili fra loro, con alcune differenze nell'applicazione degli stessi principi, dovuti alla diversità del contesto tedesco e italiano. Un problema diverso è invece il modo in cui l'uno e l'altro si raffigurano la propria attività e quella dell'altro: a questo livello il groviglio di tradizioni e idee impedisce di capirsi e di comprendere ciò che fa l'altro. In ogni caso, si tratta della stessa concezione del partito inteso come "nucleo":(6) "Un ambiente che possa accogliere il proletariato quando, grazie allo sviluppo generale, sarà indotto a lottare". La sinistra italiana condivide con quella tedesca il rifiuto della conquista della maggioranza prima della fase rivoluzionaria, e l'idea del partito-programma: "Ogni comunista deve poter essere un dirigente sul campo - deve poter resistere, e ciò che lo fa resistere, che lo rende forte, è il suo programma".(7) E' inutile scagionare a tutti i costi la sinistra tedesca dall'accusa di "anarchismo" citando i testi in cui essa si esprime in favore di un partito forte e puro, un "partito-nucleo-ultraformato".(8) Lungi dal vedervi la prova del carattere marxista del KAPD, al contrario noi vi scorgiamo la contraddizione nella quale si dibatte questo partito, posto al centro di un proletariato combattivo ma poco numeroso, e obbligato a cercare un modo per rafforzarsi come organizzazione, illudendosi sul suo ruolo di propulsore delle lotte. Non è possibile cogliere il significato profondo della sinistra, nell'affermazione esasperata di ciò che la distingue dal resto del proletariato.(9)
In agosto ha luogo un secondo congresso che adotta il programma. L'insieme del partito è convinto che in questa fase sono presenti tutte le condizioni favorevoli alla rivoluzione (si può confrontare questa posizione con quella del secondo congresso dell'IC riunito nello stesso periodo). In maggio-giugno scoppiano delle sommosse contro la fame. Viene votato un progetto di legge, pronto da parecchi mesi, per disarmare tutti i civili che avevano conservato le armi. Si ritiene che questa iniziativa provocherà delle reazioni di difesa che occorrerà "spingere in avanti". Il congresso decide di concentrare il partito su questo punto: ma andrà incontro a un fallimento perché sarà il solo a battersi.
Comunque resta in sospeso una questione importante: il chiarimento dei rapporti con la tendenza della Sassonia orientale (Rühle). Le divergenze vertono sul problema dell'IC. Rühle non viene espulso, ma il suo atteggiamento a Mosca viene condannato. Il congresso respinge brutalmente un ultimatum del CEIC [Comitato Esecutivo dell'Internazionale Comunista] che intima al KAPD di ritornare nel KPD. Rühle e i suoi seguaci vengono espulsi solo alla fine di ottobre durante una seduta del CC.
Alla metà di agosto del 1920, l'Armata Rossa è alle porte di Varsavia, e l'Intesa invia ai polacchi un grosso aiuto attraverso la Germania. Il KAPD, l'AAUD e il FAUD si abbandonano ad azioni di sabotaggio, che complessivamente raggiungono lo scopo, e cercano di levarvi un'azione insurrezionale, che però fallisce completamente. Il KAPD ne addossa la colpa alle denunce pubbliche del KPD e dell'USPD.(10) Là dove gli ostacoli materiali impediscono di far arrivare il contrordine al movimento, si verifica la presa dei poteri a livello locale da parte degli insorti: per esempio, la "repubblica dei consigli" di Köthen, nella Germania centrale, fatta cadere nel ridicolo da coloro che hanno contribuito al suo fallimento. Molti radicali vengono arrestati. "Il KAPD è stato l'unico partito ad aver avuto la possibilità di realizzare i suoi contenuti antidemocratici nel lavoro quotidiano".(11)
Un anno dopo (al terzo congresso dell'IC), il KAPD ritornerà ancora con insistenza sull'"azione" di agosto del '20, accusando il KPD e l'USPD di averlo abbandonato. Secondo Jung,(12) l'agosto del '20 non è affatto un episodio isolato. C'è stato da parte dei russi un cambiamento di programma completamente imprevisto. Quando Jung era a Mosca (prima del secondo congresso dell'IC), era stato previsto, d'accordo con il KAPD, il KPD e l'USPD, che l'Armata Rossa nella sua controffensiva verso i polacchi non avrebbe avuto come primo obiettivo Varsavia, ma l'Alta Slesia (regione industriale tedesca dove il movimento rivoluzionario era forte e che stava per essere riammessa alla Polonia). Qui si sarebbe formato un esercito rosso di operai tedeschi e solo allora sarebbe stato intrapreso l'attacco contro Varsavia e il grosso dell'esercito polacco. I russi non ritenevano che la loro armata da sola sarebbe stata in grado di affrontare a Varsavia tutto l'esercito polacco, equipaggiato più modernamente e che oltretutto era regolarmente rifornito dall'Intesa; per questa ragione essi contavano essenzialmente sull'appoggio del movimento rivoluzionario in Germania.
I partiti comunisti tedeschi e l'USPD dovevano tenersi pronti ad appoggiare questa manovra e passare all'offensiva armata. La decisione di dirigersi direttamente su Varsavia in agosto venne presa improvvisamente dal comando dell'armata russa; il KAPD - i cui membri erano organizzati militarmente - non riesce a comprenderne il motivo. In realtà i russi si erano fatti delle illusioni sui loro primi successi militari. Ma con questa decisione dimostreranno di non curarsi affatto del movimento rivoluzionario al di fuori dei propri interessi. (Come è noto, la controffensiva di Pilsudski fu fulminea).
Jung, pur restituendo tutta la sua importanza all'avvenimento, tuttavia non mette in luce l'apatia generale degli operai tedeschi che i gruppi militari comunisti tentavano di far sollevare.
Durante uno sciopero generale del settore dell'energia elettrica, il KAPD, fedele a se stesso, "spinge" il movimento, denunciando il tradimento del KPD, dell'SPD, ecc. Il governo stesso deve reprimere lo sciopero. Dopo il marzo del '21, il KAPD lavora alla formazione di comitati d'azione nelle fabbriche e all'attuazione di occupazioni "all'italiana". Il quarto congresso (settembre 1921) si dà come compito quello di "mantenere desta la volontà rivoluzionaria del proletariato tedesco". Il KAPD ha dunque optato per l'attivismo, ridiventando un "partito nel senso tradizionale". Con il riflusso definitivo della fase rivoluzionaria, si verificano nuove divisioni interne e la trasformazione del KAPD in setta. Sia la realtà esterna (numerosi morti nelle varie azioni) che quella interna (attivismo e scontro tra tendenze) riducono drasticamente il numero delle ultime isole rivoluzionarie. La creazione dell'AAUD-E è un tentativo - vano - di reagire a questa situazione.
Il dibattito sull'organizzazione "unitaria"
In contrapposizione ai bolscevichi e ai socialdemocratici, tutti i gruppi della sinistra tedesca sono d'accordo su un punto: non è "il" partito che dovrebbe assicurare il potere durante e dopo la rivoluzione, ma i consigli, organi che permettono ai proletari di esercitare sia il potere politico che quello economico. Ma il programma del KAPD fa una distinzione tra consigli "politici" ed "economici": segno di una divergenza sui tempi di dissoluzione del partito. L'AAUD-E, al contrario, rappresenta la corrente favorevole alla dissoluzione immediata.
La concezione dell'organizzazione unitaria era apparsa per la prima volta a Brema:(13) del resto essa era l'unico aspetto nuovo di questo testo, ancora favorevole alla struttura sindacale di mestiere e al parlamentarismo. Tale concezione rimane per lungo tempo poco chiara e si sviluppa con gli scioperi selvaggi durante la guerra e dopo il 1918. Gli operai rivoluzionari si organizzano allora su base aziendale e regionale, sabotando sindacati ed elezioni.
Il confusionismo e le cause delle divergenze e delle successive scissioni traggono origine dal fatto che a propagandare questa concezione sono individui e gruppi appartenenti ad un partito preciso: il KPD. La sinistra la difende al congresso di fondazione, contro la Luxemburg e la destra, affinché i compiti dei sindacati vengono assicurati dopo la rivoluzione dei consigli.(14) Poiché coloro che fanno propaganda per un'organizzazione che nega il partito, appartengono anch'essi ad un partito, si ha l'impressione che questo partito (KPD(O) divenuto poi KAPD) debba sciogliersi nell'organizzazione unitaria. Schematicamente si delineano due posizioni: scioglimento immediato o dopo un "certo periodo". Questo "certo periodo" genera ovviamente nuove tendenze non appena si passa ad una valutazione più seria. Nel frattempo, si mantiene il partito come "un male necessario", come afferma Schröeder nel suo Agli arbori della nuova società:(15) i sostenitori dell'organizzazione unitaria, non essendo molto numerosi tra il proletariato, non possono fare altro che unirsi al partito.
Mentre l'insieme della sinistra (tutte le tendenze unite) è ancora organizzata nel KAPD, la rottura - come spesso accade - si verifica su un argomento diverso: l'atteggiamento da tenere verso la Russia e l'IC. Rühle - risolutamente antibolscevico e contrario all'entrata del KAPD nell'IC viene espulso dal KAPD che vuole collaborare con l'IC. Si è spesso rimproverato a Rühle il suo "semianarchismo". Ma il KAPD tenta di superare il problema contrapponendo marxismo e anarchismo come il bianco al nero. Uno dei suoi delegati al terzo congresso mondiale ritiene che gli anarchici disprezzassero "la lotta di classe organizzata (...) si erano trovati a vivere anzitempo nella storia, la loro tattica era prematura di varie decine d'anni". Un giudizio certamente insufficiente, ma il movimento rivoluzionario in nuova ascesa opera una sintesi dei contenuti migliori sia del marxismo che dell'anarchismo, criticando implicitamente(16) le valutazioni di Marx ed Engels.(17)
La posizione di Rühle sulla Russia è subito ripresa dalla tendenza per l'organizzazione unitaria immediata, e quindi la rottura tra il KAPD e l'AAUD si consuma rapidamente. In dicembre il KAPD della Sassonia orientale si scioglie nell'AAUD. Successivamente l'AAUD di Amburgo espelle tutti coloro che vogliono restare nel KAPD. In tutta la Germania, una parte della sinistra passa rapidamente all'organizzazione unitaria. Essa criticherà apertamente il KAPD all'epoca dell'azione di marzo.
Nell'ottobre del '21, questo movimento dà vita alla sua prima conferenza autonoma e si da il nome di AAUD-E, dove "e" sta per "unitaria". Essa adotta le "linee di orientamento per l'AAUD-E". L'AAUD-E in quel periodo comprende tredici distretti economici che raccolgono parecchie decine di migliaia di membri, ma si disgregherà ancor più rapidamente delle altre organizzazioni di sinistra. La linea teorica dell'AAUD-E è espressa essenzialmente in "Die Aktion", a partire dal 1920 e negli opuscoli di Rühle, che sono ognuno lo sviluppo del precedente.(18) Pannekoek, benché al di fuori di qualsiasi gruppo a partire dal 1920, con una sua lettera del 5 luglio dello stesso anno, dimostra di essere più vicino all'AAUD-E che a qualsiasi altra corrente di sinistra: "L'idea che debbano esservi due organizzazioni degli operai distinte è falsa".(19) Nel 1931, è proprio sul principio dell'organizzazione unitaria che verrà fondata la KAUD (Unione Comunista Operaia Tedesca), comprendente i resti dei vari gruppi della sinistra tedesca.
Note
(1) H.M. Bock, Syndikalismus und Linkskommunismus von 1918 - 1923. Zur Geschichte und Soziologie der Freien Arbeiter-Union Deutschlands und der Kommunistischen Arbeiter-Partei Deutschlands, 1969. [?]
(2) "Programme Communiste", n. 56, passim. Analoga critica può essere rivolta a M. Rubel, che in Marx vede soprattutto un "educatore": cfr. la sua prefazione alle Pages choisies de K. Marx, Payot, Paris, 1970, e Marx critique du marxisme, Payot, Paris, 1974.
(3) Marx-Engels, Textes sur l'organisation, Spartacus, Paris, 1970.
(4) Citatot da B. Kun, Du sectarisme à la contre-révolution, in "L'Internationale Communiste", n. 18, ottobre 1921.
(5) Conseils ouvriers..., cit., p. 102. [?]
(6) Cfr. Hempel in D. Authier (a cura di), La gauche allemande (textes), La vecchia talpa, 1973, a proposito del dibattito intorno alla relazione sulla tattica al terzo Congresso mondiale.
(7) Ibidem.
(8) "Rèvolution Internationale", nuova serie, n. 6, un riassunto dell'opera menzionata in precedenza.
(9) Lettera di Marx a Schweitzer del 13 ottobre 1868: "La setta cerca la sua raison d'être e il suo point d'honneur non in ciò che essa ha in comune con il movimento di classe, bensì in un segno particolare che la distingue da tale movimento". Cfr. Marx-Engels, Opere, Editori Riuniti, Roma, 1980, v. XLIII, p. 619.
(10) D. Authier, op. cit.
(11) Kommunistik Programm, La Gauche allemande et la question syndicale dans la III Internationale, 1971. [?]
(12) F. Jung, op. cit., pp. 186 e seg. [?]
(13) H.M. Bock, op. cit.
(14) Ibidem, p. 98.
(15) F. Kool, op. cit., p. 353. [?]
(16) Cfr. Hempel, op. cit.
(17) Lettera di Engels a Lafargue dell'11 giugno del 1889.
(18) Cfr. H.M. Bock, op. cit., documento n. XIV.
(19) F. Kool, op. cit., p. 128.
(Il KAPD e l'AAUD-E, Edizioni Gemeinwesen, Roma, 1991 (paper); tratto da Denis Authier e Jean Barrot, La gauche communiste en Allemagne 1918-1921, Payot, Paris, 1976)
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